Prefetta Cosima Di Stani, lei è da quasi quattro anni a Messina, quindi ha avuto modo di conoscere tutto il nostro territorio. Qual è l’impressione che si è fatta della città e dei messinesi?
«Indubbiamente positiva, perché quando sono arrivata l’idea era quella di una provincia che rispetto a Palermo e a Catania potesse essere un po’ più indietro. Invece non è assolutamente così. Messina è una città veramente che ha una sua vitalità, che si manifesta in maniera evidente in ogni situazione, e quindi è una provincia che esprime positività, voglia di vivere, voglia di fare, quindi una provincia nella quale, a prescindere da quello che dicono alcune classifiche, c’è una bella qualità della vita».
Lei presiede il Comitato per l’ordine e la sicurezza. Quali sono le problematiche più complesse? Sono tutte risolte? Quali questioni sono ancora sul tappeto?
«Innanzitutto diciamo il tema più delicato sicuramente è quello del contrasto alla criminalità organizzata, che cerchiamo sempre, naturalmente, di tenere sotto grande attenzione. Questa provincia è vero che in passato veniva definita “babba”, ma non è assolutamente così. È una provincia nella quale c’è presenza di mafia, che magari non si manifesta in maniera così platealmente evidente come è accaduto negli anni ’80 e ’90, ma d’altra parte così è stato in tutte le province nelle quali il fenomeno della criminalità organizzata si era appalesato in maniera abbastanza impattante. Oggi noi registriamo comunque la stessa divisione territoriale tra l’area nebroidea, tortoriciana, barcellonese, messinese, e così via. Quindi diciamo che in questi contesti comunque la presenza delle mafie è persistente, ma non è più quella mafia degli omicidi eccellenti, oggi c’è una strategia completamente differente, una strategia che i tecnici definiscono di “inabissamento”, quindi l'attenzione è assolutamente altissima, soprattutto in questo periodo in cui grazie al Pnrr ci sono investimenti importantissimi, e quindi noi stiamo continuamente monitorando lo stato di attuazione degli interventi, ma anche il potenziale rischio infiltrativo nelle imprese coinvolte».
E avete registrato delle ipotesi di infiltrazioni mafiose?
«Al momento ci sono degli approfondimenti, anche perché in alcuni casi sono state scelte ditte che erano iscritte in “white list”, mentre per quanto concerne, diciamo, le gare, stiamo facendo approfondimenti. Però, al momento, nessuna impresa è ancora risultata infiltrata».
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