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Il questore di Messina Annino Gargano traccia il primo bilancio: «Oggi la mafia si nasconde»

A dieci mesi dal suo insediamento: "Credo molto nella prevenzione, e la città sta rispondendo. Si assiste sempre più a una sorta di inabissamento delle attività criminali, che non per questo sono meno insidiose, meno pericolose"

Il questore Annino Gargano traccia un primo bilancio della sua permanenza a Messina.
Lei si è insediato a febbraio, ci aveva chiesto un po’ di tempo per parlare delle sue impressioni sulla città. Adesso un’idea se l’è fatta?
«Sono molto contento della designazione a Messina. E ancora oggi ringrazio il capo della Polizia per la fiducia e per questo incarico, ma soprattutto per questa grande opportunità, professionale e personale. Intanto mi ha consentito di apprezzare un popolo, una città e una provincia di assoluto rilievo e di valori personali e umani fuori dal comune. Dall’altro è sicuramente un ulteriore step nel mio percorso professionale, che mi consente di potermi confrontare con una realtà che ha le sue radici in un contesto mafioso, quindi di criminalità organizzata, i cui epigoni negli anni secondo le cronache giudiziarie hanno cambiato modi di manifestarsi. Oggi c’è una modalità di affermazione sul territorio che è ben diversa da quella di tanti anni fa, quando appunto si mettevano molto più bombe, si sparava. Oggi si assiste sempre più a una sorta di inabissamento di queste attività, che non per questo sono meno insidiose, meno pericolose. È una realtà che ha fatto dei grandi passi in avanti, la società civile, la “squadra Stato”, perché tutti si è attori secondo me nel panorama variegato della sicurezza. E il messinese sicuramente ha dimostrato, concretamente, di volersi sempre più liberare di un giogo pesante e di affrancarsi quindi sempre più dalla criminalità organizzata, soprattutto di stampo mafioso, da ogni forma di malaffare. Dopo nove mesi devo dire anche un grazie a Messina che mi ha accolto e ai miei uomini e alle mie donne della Questura e della Polizia di Stato. Quando mi sono insediato ho dato come dichiarazione quella di voler battere molto sulla prevenzione. Una prevenzione convinta, non una prevenzione di nome, di facciata, si può e si deve fare sempre più prevenzione. La realtà di oggi è quella di una società che esce dal periodo della pandemia, di giovani con i quali ci troviamo a confrontarci per una sorta di disagio che mostrano in taluni aspetti della vita quotidiana. Però penso che questa prevenzione stia funzionando e quindi il grazie va anche alla cittadinanza che capisce, recepisce i nostri sforzi. L’attenzione è stata massima, come massima è stata di conseguenza l’azione di prevenzione e repressione, con gli arresti in flagranza, un numero sensibile in aumento, e le operazioni di polizia giudiziaria che sono continuate, per infrenare soprattutto il traffico di stupefacenti. Io credo fermamente che l’azione di prevenzione debba avvenire soprattutto anche attraverso gli strumenti che il legislatore dà al questore quale autorità provinciale di pubblica sicurezza».
Quali sono le problematiche che sta affrontando tra le più urgenti per la città e per la provincia?
Una su tutte, lo stiamo già facendo, la cosiddetta “malamovida”. Abbiamo qualche esempio drammatico, finito veramente in malissimo modo che ha comportato grande attenzione in tutto l’apparato, del Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza presieduto dalla Prefetta. Sotto questo aspetto la presenza sul territorio in forze con visibilità d’estate come d’inverno, è fondamentale. Penso a quell’episodio in centro dove addirittura sono stati esplosi colpi d’arma da fuoco, però pure questo è in qualche modo il segno di un disagio. In altre circostanze sono state utilizzate mazze da baseball, anche coltelli, e c’è stata immediatamente la risposta da parte di polizia e carabinieri. C’è lo strumento del Daspo, questo formidabile, a mio avviso, provvedimento che il legislatore dà al questore, di poter colpire anche soggetti minori di età vietando loro, quando si rendono responsabili di azioni violente di qualunque tipo, davanti a locali pubblici, di potervi fare ritorno per un dato periodo di tempo. E devo dire che non ne ho trascurato nessuno, nel firmarli mi pesa la mano quando si tratta di minorenni, ma dall’altro lato l’ho fatto con determinazione e decisione proprio perché il mio compito era quello innanzitutto di cercare di svegliare con quel provvedimento quel ragazzo e cercare di evitare che per lui potessero verificarsi fatti più gravi. Io sento forte la responsabilità, anche verso i genitori, io stesso sono genitore».
oi garantiamo il verificarsi, lo svolgersi al meglio di tutte le manifestazioni, purché non siano contrarie alla legge. Finora se ne sono susseguite alcune, e devo dire plaudo alla compostezza di queste manifestazioni, che mi auguro che rimangano sempre nell’alveo della piena legalità. Quindi seguiamo da questo punto di vista in particolar modo, in questo determinato momento, quello che avviene».

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