Messina

Domenica 15 Dicembre 2024

Dai Caraibi per amore e con tanti sogni: la storia della dominicana Carla Stephany Rodriguez

Carla Stephany Rodríguez è originaria della Repubblica Dominicana, ha 21 anni e ha sempre il sorriso sulle labbra mentre racconta la sua storia e suoi sogni nel cassetto. Tra i tanti, quello di creare un futuro con il suo compagno, Leo, un sinagrese conosciuto mentre lavorava in un cafè a Porto Plata. Un amore trovato per caso che, quasi un anno fa, ha deciso di seguire fino a Sinagra. «Lui era lì in vacanza, voleva solo un caffè, ma alla fine…», spiega sorridendo. Poi la relazione a distanza, i tanti viaggi di lui per incontrarsi e la scelta di trasferirsi, ma solo dopo aver contratto matrimonio nello Stato caraibico, unico modo per ottenere velocemente il visto d’ingresso in Italia. Così Carla è arrivata sui Nebrodi, per la prima volta, dopo due giorni di viaggio, lo scorso 31 dicembre. «A prima vista tutto bellissimo, poi ho iniziato a soffrire il freddo. Mi sono ammalata per un mese (ai Caraibi la temperatura minima è di 25 gradi, ndc), era tutto diverso. All’inizio non mi piaceva niente da mangiare, neanche l’arancino (ride, ndc)», racconta così l’impatto coi nuovi luoghi e con il cibo locale, riferendo le difficoltà dovute a clima e abitudini alimentari e sociali diverse. La maggior parte dei dominicani, ad esempio, raramente va al mare d’estate per fare una nuotata. Immaginava l’Italia e la Sicilia con il classico degli stereotipi: «Case rustiche, come si vede in televisione, pizza in ogni posto e ragazzi che dicono “mamma mia”. Non mi aspettavo tutto questo verde e tutti questi alberi pieni d’arance. Mi piacciono molto, nel mio Paese sono davvero costose». Così come non si aspettava di andare a vivere in un ambiente così piccolo e tranquillo: «Vedo i bambini che escono la sera senza problemi, questa è una cosa bella», aggiunge la ventunenne. Collaborando nel ristorante del compagno, ha cominciato ad ambientarsi e imparato perfettamente la lingua italiana anche se, asserisce, «all’inizio è stato un po’ complicato comunicare, specialmente con i più grandi» poiché, spesso, parlano in siciliano. Racconta anche delle prime amicizie strette a Sinagra e con un po’ di nostalgia nella voce, delle telefonate con la famiglia rimasta in America, effettuate «ogni mattina e ogni notte», che riabbraccerà una volta ottenuto il visto definitivo e con cui, un giorno, sogna di trascorrere assieme al marito lunghi periodi di vita. Ma l’immediato futuro lo vede a Sinagra, costruendolo un passo alla volta, libera da alcuni retaggi del suo Paese e sempre con il sorriso, riprendendo magari quegli studi universitari sul turismo che aveva cominciato qualche tempo prima.

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