Entra nel vivo la maxi udienza preliminare davanti al gup Salvatore Pugliese per l’inchiesta sul disastro ambientale della discarica di Mazzarrà S. Andrea, in contrada Zuppà. Un procedimento che vede coinvolti 22 imputati - 21 persone e una società -, tra coloro che, amministratori pubblici e tecnici, si sono occupati in qualche modo della gestione della grande struttura di smaltimento, oggi definitivamente chiusa ma fonte di troppe problematiche complesse e soprattutto di grave inquinamento ambientale. E che in passato ha anche attirato gli interessi mafiosi dei Barcellonesi e dei Mazzarroti. Il dato centrale di ieri è la reiterazione davanti al gup, in rappresentanza della Procura, della richiesta di rinvio a giudizio per tutti e 22 gli imputati, che è stata formulata dalla sostituta della Dda peloritana Francesca Bonanzinga. Nel corso dell’udienza sono stati anche sentiti due degli imputati, i dirigenti regionali Calogero Foti e Francesco Lo Cascio, e poi il curatore fallimentare della discarica, l’avvocato Angelo Vitarelli. Sul fronte delle parti civili il gup Pugliese le ha ammesse quasi tutte, tra enti pubblici, associazioni e privati cittadini, ad eccezione dell’associazione Zero-Waste, per la quale ha ritenuto che non fosse provata la legittimazione a fare parte del processo. E tra enti pubblici, associazioni e singoli cittadini saranno parte civile i ministeri dell’Ambiente e della Salute, i Comuni di Mazzarrà Sant’Andrea e Furnari, il Wwf, Legambiente, il Codacons, e parecchi cittadini che abitano nelle vicinanze della vera e propria “bomba ecologica” che è il sito di contrada Zuppà. L’inchiesta, a suo tempo gestita dalla sostituta della Dda di Messina Rosanna Casabona, che oggi è procuratore capo a Caltagirone, vede complessivamente 22 indagati: 21 tra i vertici della società TirrenoAmbiente Spa che l’ebbe in gestione ed oggi è fallita, amministratori pubblici regionali e locali, liquidatori della società e infine tecnici, e poi la stessa società come persona giuridica. Il ventaglio di ipotesi di reato contestate è ampio in un arco temporale molto vasto, praticamente dalla realizzazione del grande sito di smaltimento dei rifiuti fino ai nostri giorni, l’ultimo sopralluogo del consulente tecnico è infatti del 6 luglio 2023. Vengono contestati in concreto i reati di gestione illecita di rifiuti, avvelenamento di acque, inquinamento ambientale e disastro ambientale. Tra gli imputati ci sono tutte le figure pubbliche e private che in qualche modo hanno avuto a che fare con la discarica di contrada Zuppà, nei diversi ruoli che hanno ricoperto nel corso del tempo. Prossima data il 26 febbraio.