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Ponte sullo Stretto: il fronte del "no" si appella all’Agcm

Si denuncia la presunta violazione della direttiva europea: tra i punti principali indicati «la posizione dominante di Webuild», «i costi raddoppiati» e «la mancata gara internazionale»

Un altro esposto, contro il Governo, la “Stretto di Messina” e il Consorzio Eurolink. Dopo quelli trasmessi alla Procura della Repubblica di Roma, all’Autorità anti-corruzione, al Tribunale delle Imprese (con la cosiddetta “class action”), adesso è la volta dell’Agcm, l’Autorità garante della concorrenza e del mercato. A ricorrere, per l’ennesima volta, alla “via giudiziaria”, sono un docente dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria, Domenico Marino, il segretario del Pd di Villa San Giovanni Vincenzo Musolino e un’avvocata messinese, Aurora Notarianni.
Nell’esposto si chiede all’Agcm di valutare se, con le procedure che hanno riavviato l’iter di progettazione e costruzione del collegamento stabile, siano state violate le regole della concorrenza e del mercato. E se esista o meno il rischio di posizione dominante da parte di Webuild, la società che detiene la maggioranza delle azioni del Consorzio Eurolink, che si aggiudicò la gara per il “General contractor”.
Gli autori dell’esposto fanno riferimento alla presunta violazione dell’articolo 72 della Direttiva europea, citando alcuni punti: «Il costo dell'opera più che raddoppiato; la riattivazione del contratto tra la “Stretto di Messina Spa” e “Eurolink” senza procedere a nuova gara internazionale nonostante i costi di realizzazione siano notevolmente superiori al 50% del valore iniziale

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