Duplice ruolo da protagonista per il Risanamento delle baraccopoli in riva allo Stretto. Da un lato, il “modello Messina” è stato presentato dall’Ufficio commissariale a “Città in scena”, il Festival della rigenerazione urbana, svoltosi a Roma e promosso dall’Associazione nazionale costruttori, dall’associazione “Mecenate 90” e dalla Fondazione “Musica”. Dall’altro, ha trovato un ampio spazio nel Rapporto “Ifel 2024”, lo studio sulle “Città rigenerative” curato, in collaborazione con la “Mecenate 90”, dall’Istituto per la finanza e l’economia locale, la Fondazione che è stata istituita nel 2006 dall’Anci, l’Associazione nazionale dei Comuni italiani. Ogni anno il Report mette a fuoco i temi più rilevanti degli investimenti in rigenerazione urbana in alcuni Comuni italiani. E quest’anno Messina è tra le realtà in primo piano.
“Città in scena”
Partiamo dall’incontro di Roma, durante il quale il subcommissario per il Risanamento, Marcello Scurria, insieme con la prof. Francesca Moraci e l’arch. Grazia Marullo, ha presentato “Messina: dalla baraccopoli alla città del futuro”, il progetto di rigenerazione urbana che interessa un’area di oltre 230 mila metri quadrati e che, come ha dichiarato Scurria, «ha tutte le caratteristiche per essere tra i più interessanti in Europa». Si tratta di «un approccio multidisciplinare che va oltre la questione abitativa e guarda ad un nuovo modo di vivere la città. Anche la riqualificazione è un primo passo verso progetti innovativi che investono sulla rigenerazione di porzioni di territorio lasciate nel degrado». Il progetto “Ca-Bis” è stato illustrato da Grazia Marullo, coordinatrice del settore tecnico dell’Ufficio commissariale, e Francesca Moraci, docente di Urbanistica all’Università Mediterranea di Reggio Calabria). L’idea progettuale è quella di avviare un importante processo di rigenerazione nella vasta area tra Camaro e Bisconte creando piccoli quartieri green dotati di servizi e di spazi per la fruizione e la socialità. Gli interventi di rigenerazione urbana prevedono un protocollo d’intesa con l’Agenzia del Demanio proprietaria di alcune aree e il coinvolgimento successivo di più attori pubblici e privati. «A Messina possiamo sperimentare la rigenerazione anche a livello europeo – ha sottolineato Scurria –. Abbiamo aree, risorse, capacità di creare modelli da replicare. Il nostro è un progetto ambizioso ma il dato di partenza è quello di baraccopoli diffuse nel centro città, quindi vogliamo far sì che da periferia dell’impero si arrivi al riscatto di una città che da quasi 80 anni convive con questa contraddizione. Oggi siamo fermi alla riqualificazione ma con il progetto Camaro-Bisconte vogliamo andare oltre, pensando alla rigenerazione e lo facciamo anche con il coinvolgimento dei cittadini interessati che molto spesso chiedono di restare lì dove sono vissuti».
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