Giornata cruciale quella di oggi sulle “morti sospette” di alcuni pazienti all’ospedale Papardo di Messina, che ha portato al sequestro delle sue sale operatorie di Cardiochirurgia da parte dei carabinieri dei Nas alla ricerca dei batteri “killer” e di eventuali difetti costruttivi su tre delle valvole cardiache impiantate sui malati. È coordinata dal procuratore aggiunto Vito Di Giorgio e dalle pm Annamaria Arena e Alice Parialò. Oggi inizieranno infatti in Procura gli interrogatori delle sei persone che ricoprono ruoli amministrativi e medici all’interno del Papardo, iscritte nel registro degli indagati con l’ipotesi di omicidio colposo. Si tratta di: Catena di Blasi, direttore generale; Paolo Cardia, direttore sanitario; Vincenzo Manzi, direttore amministrativo; Francesco Patanè, direttore dell’Uoc di Cardiochirurgia; Maria Chiara Zucchetti, direttore della Uoc di Rianimazione, e Silvio Tommasini, responsabile della Terapia intensiva post operatoria. E sempre oggi è fissata un’altra ispezione della Procura all’ospedale Papardo, dopo i primi rilievi dei consulenti effettuati la settimana scorsa, con il prelievo di altri campioni da esaminare. L’inchiesta aperta dalla Procura diretta da Antonio D’Amato in questa prima fase che ha portato al sequestro delle due sale operatorie di Cardiochirurgia vuole accertare se c’è una correlazione eziologica, ovvero un rapporto di causa-effetto, tra l’insalubrità delle sale operatorie o gli eventuali difetti di fabbricazione delle valvole cardiache, tra la “catena di decessi” che si è verificata negli ultimi mesi. Si sta indagando a ritroso su ventisette casi dubbi che si sono verificati riferiti a sepsi, shock settico, insufficienza multiorgano, endocardite batterica, ovvero patologie correlate a contaminazione batterica degli organi interni. E oltretutto potrebbe esserci ancora un’altra morte sospetta al Papardo. I familiari di un uomo di 82 anni, nato a Ragusa ma residente da decenni in Australia, hanno infatti incaricato l’avvocato orlandino Massimiliano Fabio di presentare un esposto per stabilire le cause della morte del loro congiunto, deceduto nell’ospedale Papardo dopo un intervento di angioplastica il 17 settembre scorso.