Non è un progetto che si farà “dopo”. Lo si realizzerà contestualmente alla costruzione del collegamento stabile. L’aspetto turistico del Ponte sullo Stretto è considerato importante così come la sua funzione in chiave trasportistica, viaria e ferroviaria. E, dunque, quella presentata ieri, durante i lavori della Commissione Ponte di Palazzo Zanca, presieduta dall’avvocato Pippo Trischitta, non è una semplice idea ma una proposta che farà parte integrante della progettazione esecutiva. Con un costo di circa 11 milioni di euro (spiccioli rispetto al budget complessivo di 13,5 miliardi destinato a tutte le opere del nuovo sistema infrastrutturale dello Stretto), il Ponte avrà lo stesso utilizzo turistico di un monumento simbolo dell’Europa, la Tour Eiffel di Parigi, e di tanti altri sparsi nel mondo.
A presentare il progetto di valorizzazione turistica dei traversi del Ponte, sono stati l’ing. Vincenzo Franza, l’ing. Giuseppe Palamara e l’arch. Maurizio Nasisi. Presente anche il presidente di Sicindustria Messina, Pietro Franza, e il presidente dell’Ordine degli architetti, Pino Falzea. Vincenzo Franza ha parlato di un vero e proprio “Piano regolatore turistico” del Ponte: «Messina deve trarre ricchezza da questa grande opera. Come la Torre Eiffel che è bellissima ma non avrebbe senso se non ci fosse la possibilità di salire in cima. Realizzare strutture ricettive sulle torri del Ponte è fattibile».
I progettisti, come ha spiegato l’ing. Palamara, si sono mossi d’intesa con il Governo e con la “Stretto di Messina”, che ha già previsto, nell’ambito del progetto definitivo, la realizzazione di un belvedere a un'altezza di 250 metri, insieme con il cosiddetto “Parco delle Torri”. «Noi vogliamo intervenire – ha aggiunto Palamara – per valorizzare e sfruttare i sei trasversi della struttura realizzando attività ricreative a tre differenti quote. Negozi di gadget e souvenir, un bar-punto di ristoro e una terrazza panoramica rispettivamente a 123, 249 e 375 metri. Qualcosa di unico al mondo che andrebbe venduto ai turisti, la cui presenza è stimata in 500mila l'anno». Ma potrebbero anche essere molti di più, la Tour Eiffel ha 7 milioni di visitatori all’anno. «Non si è fatto altro che rendere fruibili spazi interni già previsti dal progetto – ha chiarito l’arch. Nasisi –. La nostra è una bozza di proposta che può essere integrata, ma sono interventi fattibili perché non modificano nulla di quanto è già previsto». E Pietro Franza sottolinea proprio la rilevanza turistica di un’opera destinata a cambiare le sorti del territorio, purché se ne sappiano trarre i benefici, evitando, dunque, il rischio che il Ponte “passi sopra” Messina e i suoi abitanti.
Vediamo, dunque, in cosa consiste la proposta progettuale. «L’esperienza di visita si predispone attraverso tre direttrici e tre spazi (e momenti): esterno, all’aperto (avvicinamento), interno, al chiuso (salita), traverso (interno aperto). Già dall’esterno, con l’approssimarsi al Ponte, potrà essere individuata la presenza di elementi di variazione: aperture nel traverso, che introducono al viaggio nel corpo dell’infrastruttura. L’esperienza del visitatore ha inizio dal basamento dei piloni, che acquista un’altra dignità legata alla sua funzionalizzazione, passando da spazio di servizio a luogo vissuto. Una copertura verde integra l’accesso principale al progetto con il Parco sottostante e nasconde il volume che funge da ingresso, accoglienza e spazio espositivo. Gli ascensori vengono integrati all’interno della struttura esistente. Il monumento stesso viene vissuto, adattato per diventare “landmark”. Nessun elemento estraneo di contaminazione viene integrato e il Ponte sullo Stretto riesce a manifestarsi nella sua naturale purezza». Attraverso un viaggio nel cuore tecnologico del Ponte, il visitatore riesce a raggiungere il punto più alto del “landmark”, termine che può essere tradotto come “monumento simbolo” di un territorio.
Nel progetto definitivo sono già previsti 4 ascensori di servizio, uno per ciascuna delle 4 gambe delle torri e una scala centrale per ogni torre permette di accedere esternamente ai traversi, per la manutenzione delle strutture. I traversi (larghi, ognuno, 8 metri), che collegano le due gambe di ciascuna torre, sono localizzati in quota 125, 250 e 375 metri. Come tutto il Ponte, saranno realizzati interamente in acciaio. Ecco perché possono essere previste aperture senza intaccare la sicurezza della struttura. E potrà essere realizzata anche l’ampia vetrata che fungerà da belvedere.
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