Questo sito contribuisce all’audience di Quotidiano Nazionale

La strada Letojanni-Gallodoro, l’eterna incompiuta che attende 30 milioni per rinascere

Ci sono strade rimaste sospese, impianti sportivi dove nessuno giocherà e strutture che avrebbero dovuto ospitare molteplici iniziative ma che marciscono. Le incompiute nel comprensorio jonico sono tante, ma per qualcuna c’è la speranza di cambiarne il destino. È il caso della strada Letojanni-Gallodoro, prevista come infrastruttura di collegamento tra le zone interne (Limina, Roccafiorita, Mongiuffi Melia e Gallodoro) con la grande viabilità fino alla Statale 114 a Letojanni, tanto che nel 1988 il Cipe stanzia ben 18,5 miliardi di lire.
I lavori iniziano nel 1990 ma vengono sospesi nel 1997 a seguito di un contenzioso: vengono realizzati due viadotti e alcuni muri di contenimento ma poi tutto si blocca. Soggetto attuatore è il Comune di Gallodoro e nel 2019 l’intervento viene inserito nel Patto per lo sviluppo della Città metropolitana, per l’importo di 9,3 milioni di euro, con 5 milioni garantiti dai fondi Fsc 2014/2020 e altri 4,3 milioni dalla Legge 64/1986 che finanziava interventi straordinari nel Mezzogiorno. Oggi, però, la prima parte non è più disponibile perché i lavori dovevano essere appaltati entro il 2023, mentre restano utilizzabili i fondi della Legge 64: «In questi anni non siamo stati ad aspettare – racconta il sindaco di Gallodoro Alfio Currenti, in carica dal 2012, – ma abbiamo portato avanti la progettazione fino al livello esecutivo, aggiungendo i tratti mancanti e migliorando il tracciato e ora sappiamo che servono 30 milioni di euro per completare la strada. È vero, di questa incompiuta si parla da anni, ma solo adesso possiamo dire concretamente che i lavori possono essere realizzati». Per la “mare-monti”, che si sviluppa per circa 4 km, il 70% in territorio letojannese e il 30% in quello gallodorese, il Comune capofila ha superato tutte le “prove”, tra espropri, variante urbanistica e pareri favorevoli di Provveditorato opere pubbliche, Soprintendenza ai beni culturali e ambientali e Corpo forestale, fino ad ottenere lo scorso gennaio il Provvedimento autorizzatorio unico regionale: «Avere le autorizzazioni è stato un successo, una sfida difficile e stimolante – aggiunge Currenti –, adesso tocca alla Regione fare la propria parte, chiedono progetti cantierabili e il nostro lo è e ci hanno assicurato che verrà inserito nella programmazione comunitaria 2021-2027. È un’opera comprensoriale e un’occasione utile di sviluppo sia per noi che per il territorio di Letojanni, perché arricchirebbe una zona collinare finora priva di strada. E poi è anche interesse di Palermo spendere le risorse comunitarie per non perderle».
Spostandoci di poco, all’estremità nord di Letojanni, ecco uno “scheletro” sul mare: è la piscina comunale, prevista da un progetto da 800 milioni di lire per l’impianto natatorio e annessi spogliatoi. I lavori vengono consegnati il 21 novembre 1997 e sospesi varie volte fino al 3 marzo 2000, quando in cantiere piomba il Corpo forestale che sequestra tutto, in quanto il Comune avrebbe dovuto chiedere l’autorizzazione per la costruzione a distanza inferiore da quella prevista (150 metri dalla battigia derogabili per opere pubbliche). In sede penale sono stati tutti assolti, mentre in Cassazione il Comune è stato condannato, lo scorso mese di maggio, a risarcire alla ditta oltre 100.000 euro. «Le abbiamo provate tutte – spiega il sindaco Alessandro Costa –, dalla palestra coperta al parcheggio, ma su quel terrapieno a due passi dal mare non si può costruire nulla. L’unica cosa da fare è abbattere tutto, ma servono almeno 200.000 euro». Risorse che per il Comune non è facile reperire per bonificare l’area. Così l’incompiuta continua a guardare il mare.

Digital Edition
Dalla Gazzetta del Sud in edicola

Scopri di più nell’edizione digitale

Per leggere tutto acquista il quotidiano o scarica la versione digitale.

Leggi l’edizione digitale
Edizione Digitale

Oggi in edicola

Prima pagina

Caricamento commenti

Commenta la notizia