Infrastrutture dimenticate: il ponte tra Saponara e Rometta e la Casa per gli anziani di Spadafora
A sprofondare nell’elenco delle opere “invisibili” rientra il completamento del ponte di collegamento tra i comuni di Saponara e Rometta. Un’infrastruttura inserita nell’ambito del Patto territoriale del Tirreno del 2004 per la realizzazione di una viabilità alternativa alla strada statale 113, il famoso Asse del mare tra Villafranca Tirrena e San Filippo del Mela. Un percorso utile e necessario che, in chiave urbana, qualora fosse completato, rappresenterebbe anche motivo di sviluppo e di miglioramento viario nel territorio. Ad oggi però, nonostante le interlocuzioni tra le attuali amministrazioni comunali appaiano più serene, l’opera, dopo quasi un ventennio, rimane ancora nel limbo. Un progetto travagliato che in passato ha fatto registrare notevoli attriti politici tra le parti interessate. A seguito di uno specifico finanziamento ministeriale di 1 milione e 265mila euro, nel programma Venetico era stato individuato come soggetto responsabile e Saponara come soggetto attuatore. Il ponte oggi si ferma all’argine romettese del torrente, senza collegarsi con alcuna viabilità. Per l’ente comunale di Rometta, ci sarebbero stati degli errori progettuali da parte di Saponara, che hanno fatto residuare somme insufficienti per il completamento (solo 85mila euro). Secondo invece l’Amministrazione di Saponara, l’incompiuta sarebbe stata determinata dal fatto che, a lavori appaltati, l’Amministrazione di Rometta avrebbe autorizzato, su quell’area, la costruzione di un centro commerciale, modificando di conseguenza il progetto del ponte nella parte del suo collegamento con la viabilità di quel Comune. Si tratta della variante alla prescrizione esecutiva numero 7, approvata in Aula nel 2006. Il progetto del ponte ha inoltre subito la variante suppletiva, richiesta dal Genio civile, per l’aggiunta di una quinta campata, della quale si è fatto carico il Comune di Rometta, costruendola, con le somme (208mila euro) stanziate dalla Protezione civile, per opere che garantissero un collegamento alternativo alla via Gianpaolo, distrutta dall’alluvione del 2011. Sulla vicenda, oggi appare più che necessario superare le criticità e trovare le risorse economiche necessarie ai fini del completamento del ponte. Spostandosi poi a Spadafora, qui si trova una grande struttura abbandonata, sorta dal lascito testamentario degli anni Ottanta del professore Francesco Pino. Si tratta di un terreno di cinquemila metri quadrati, nel quale si vincolava il Comune di Spadafora, nel caso di accettazione, a realizzare una Casa protetta per anziani. Nell'immediatezza viene costruito, con un finanziamento regionale, un immobile di due piani e vengono anche rifiniti gli interni. Nonostante poi l’avvio di una manifestazione d’interesse per la concessione, non si ottiene alcuna risposta. Dagli anni Novanta in poi, sembrerebbe innescarsi un’inerzia amministrativa. Ad oggi il progetto è fermo. La costruzione è immersa nella vegetazione ed è stata oggetto di vandalismo. Tuttavia, si intravede un filo di luce. L’Amministrazione Pistone ha inserito la struttura nel Piano triennale delle opere pubbliche per cercare anzitutto di metterla in sicurezza. Successivamente, si riproporrà la manifestazione di interesse secondo la destinazione imposta dai vincoli testamentari.