Quattro aree geografiche criminali per così dire “tradizionali” nella provincia di Messina. In città la suddivisione sempre per rioni tra i clan di Giostra, Mangialupi, Lo Duca-Provinciale e Spartà-Santa Lucia sopra Contesse, con il controllo sovraordinato della cellula catanese legata storicamente ai Santapaola, anche per tradizioni familiari emigrate e radicate dalle nostre parti. E “il tutti fanno affari con tutti” sempre vigente. In provincia permangono le quattro enclave mafiose anche qui “tradizionali”, con Cosa nostra barcellonese in un versante e i gruppi mafiosi tortoriciani sui Nebrodi, e poi la famiglia di Mistretta legata al mandamento palermitano di San Mauro Castelverde, e infine sul versante jonico il gruppo dei Cintorino, che risponde al clan Cappello di Catania. Poi c’è la novità rispetto all’anno passato, ovvero la presenza a Messina di alcuni elementi di spicco della mafia nigeriana, che a quanto pare hanno messo radici nella nostra città. Ecco gli elementi fondamentali della relazione semestrale della Dia, la Direzione investigativa antimafia, che come ogni anno stila un rapporto sull’attualità delle organizzazioni mafiose e criminali nel nostro Paese. Lo scenario criminale in questa provincia - scrivono infatti gli investigatori della Dia nella relazione del secondo semestre 2024 -, permane caratterizzato dalla suddivisione in quattro differenti aree geografiche, nell’ambito delle quali sono andate nel tempo a radicarsi diverse strutture criminali, ciascuna delle quali, con proprie specificità. La provincia Nella zona nebroidea - scrive la Dia -, in cui ricadono i Monti Nebrodi, risultano operare la famiglia di Mistretta, organica al mandamento mafioso palermitano di San Mauro Castelverde (Pa), che svolge la propria funzione di “cerniera” tra la criminalità della provincia di Messina e le organizzazioni operanti nel palermitano e nel catanese, con influenza anche nel comprensorio confinante della provincia di Enna; i clan tortoriciani, nelle loro articolazioni del gruppo dei Bontempo Scavo e del gruppo dei Batanesi, il gruppo operante nell’area del Comune di Cesaro, confinante con quello di Bronte (Ct), Lungo la fascia tirrenica - scrive ancora la Dia -, permane egemone la famiglia dei Barcellonesi.