«Il Ponte sullo Stretto è la madre di tutte le grandi opere, un'infrastruttura dall'alto valore strategico che finalmente sarà realizzata dando forma all'Italia del domani». Tullio Ferrante, 35 anni, avvocato, sottosegretario ai Trasporti, è l’uomo che fa da raccordo a due delle “anime” del Governo Meloni, quella rappresentata dalla Lega con il vicepremier e ministro Matteo Salvini, e quella di Forza Italia, il partito dove Ferrante stesso milita da ragazzo e per il quale ha coordinato la campagna delle adesioni. Le sue parole, rilanciate dalle agenzie dopo l’intervista al quotidiano “Le Cronache” di Napoli, sono la rivendicazione, da parte della componente “azzurra”, di una battaglia, quella per il collegamento stabile tra Sicilia e Calabria e per l’azzeramento del gap infrastrutturale tra Nord e Sud, portata avanti da Silvio Berlusconi, sia durante i suoi governi sia come leader di Forza Italia. Come a voler dire, insomma, che il Ponte “non è solo di Salvini” ma è voluto da tutto il Governo. «Il Ponte – ribadisce Ferrante – non unirà solo Calabria e Sicilia, ma rappresenta un elemento essenziale del Corridoio europeo Scandinavia-Mediterraneo. Per questo la stessa Unione europea ha deciso di investire sulla sua realizzazione, dimostrandone la validità anche ai detrattori. Il progetto, che si basa su quello elaborato sotto la guida del presidente Berlusconi, ha avuto anche il parere favorevole della Commissione Via-Vas del ministero dell'Ambiente e auspichiamo che sarà approvato dal Cipess entro la fine dell'anno, dando così avvio alla fase realizzativa. Sarà il simbolo di un'Italia moderna e sempre più interconnessa, che dà prova delle proprie competenze ingegneristiche e della propria capacità di guardare al futuro». E se, dunque, il Governo ha tracciato la propria “road map”, indicando nei giorni che ricadono sotto Natale la data in cui il Comitato interministeriale si esprimerà sul progetto definitivo, dando di fatto il via alla fase esecutiva, dall’altro lato, non ci si rassegna all’ipotesi che possano realmente essere aperti i cantieri in riva allo Stretto. Il Coordinamento No Ponte, del quale fanno parte varie realtà associative, alcuni comitati civici, i partiti come Pd e Avs e i sindacati come la Cgil contrari alla grande opera, si è riunito per fare il punto della situazione dopo quello che viene definito «il grottesco parere della Commissione Via-Vas». Il Coordinamento preannunzia l’allestimento di un “presidio”, che si svolgerà il 14 dicembre, nella piazza del Popolo di Messina «per ribadire ancora una volta le ragioni che ci spingono ad opporci a questa inutile opera. Una mobilitazione continua e permanente che vedrà anche una manifestazione nazionale, secondo la proposta scaturita il 15 novembre scorso a Roma. Al contempo si continuerà con le azioni legali e politiche, a livello nazionale ed europeo, per bloccare definitivamente il progetto del Ponte sullo Stretto».