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Morti sospette al Papardo di Messina, dopo le denunce sequestri e indagati. Ci sono i vertici della struttura e tre medici

Dopo le morti sospette e le denunce dei familiari, ecco gli indagati e i sequestri. L’ospedale Papardo finisce sotto i riflettori della magistratura, che ha aperto un fascicolo sfociato in un provvedimento della gip Tiziana Leanza su istanza avanzata dall’Ufficio di Procura guidato da Antonio D’Amato. I carabinieri del Nas di Catania e della Compagnia Messina Centro hanno apposto i sigilli a due sale operatorie del reparto di Cardiochirurgia. Contestualmente, iscritti nel registro degli indagati, per il reato di omicidio colposo aggravato – per fatti registrati tra i mesi di agosto e ottobre scorsi – la direttrice generale del “Papardo” Catena Di Blasi, 59 anni; il direttore sanitario Paolo Cardia, 67 anni; il direttore amministrativo Vincenzo Manzi, 52 anni; il direttore dell’Unità operativa complessa di Cardiochirurgia Francesco Patanè, 59 anni; la direttrice dell’Unità operativa complessa di Rianimazione Maria Chiara Zucchetti, 69 anni; il responsabile della Terapia intensiva post operatoria Silvio Tommasini, 50 anni. Stando all’ipotesi accusatoria, non avrebbero disposto adeguati protocolli, misure di vigilanza e istruzioni al fine di prevenire la diffusione di infezioni proprio nel reparto di Cardiochirurgia e Terapia intensiva post operatoria. E avrebbero «cagionato il decesso, a seguito di processi infettivi correlati all’assistenza sanitaria», di quattro pazienti: Gaetano Bombaci, Maria Dora Biondo, Vincenzo Ragusa e Donatella Canfora.
Osservato speciale, quindi, il blocco operatorio (sale 1 e 2) del nosocomio della zona nord di Messina, dove sono stati sottoposti a intervento, il 28 settembre e 24 ottobre scorsi, proprio Biondo e Bombaci. Dagli approfondimenti investigativi è emerso che i pazienti, dopo essere stati sottoposti a installazioni di valvole cardiache e bypass coronarici, avrebbero contratto infezioni batteriche correlate all’assistenza sanitaria. Quindi, dinanzi alle patologie infettive, la Procura ha disposto l’acquisizione delle schede Istat relative ai decessi registrati dall’inizio dell’anno nel reparto incriminato e verifiche sulla salubrità e sterilità degli ambienti operatori e post operatori dell’ospedale Papardo. Il responso: 27 decessi con cause in numero significativo legate a sepsi, shock settico, insufficienza multiorgano, endocardite batterica, ovvero patologie connesse a contaminazione batterica degli organi interni. In particolare, nella relazione del consulente tecnico nominato dalla Procura di Messina, si sottolineava il superamento delle soglie di rilievo della presenza di agenti patogeni nelle acque utilizzate nelle sale operatorie per il lavaggio della strumentazione sanitaria e l’assenza di filtri applicati ai rubinetti. Non solo: nelle sale operatorie della Cardiochirurgia sarebbero state trovate colonie batteriche alla luce dei prelievi effettuati da una società specializzata. E il 25 ottobre 2024, nei blocchi operatori delle sale 1 e 2, «risultavano numerose criticità» riferite alla salubrità degli ambienti, per la presenza di microrganismi e batteri sulle superfici esaminate. A giustificare l’applicazione del decreto di sequestro preventivo, tra le altre cose, la mancata adozione di provvedimenti da parte della direzione del nosocomio dinanzi a una situazione a dir poco grave. Col conseguente concreto pericolo per la salute dei pazienti nella circostanza del mantenimento in funzione del blocco operatorio al servizio del reparto di Cardiochirurgia.
Le reazioni«Il sequestro di due sale operatorie del reparto di Cardiochirurgia dell’ospedale Papardo conferma che i decessi avvenuti nei mesi scorsi necessitano di avere adeguati approfondimenti e urgenti verifiche da parte dell'autorità giudiziaria e da parte dell’assessorato alla Salute», evidenzia il capogruppo all’Ars del Movimento 5 Stelle Antobio De Luca. Che lancia un monito: «Bisogna adesso fare piena luce su queste morti sospette che pare siano state causate da infezioni contratte dopo aver subito degli interventi chirurgici nel reparto in questione e ripristinare al più presto le ordinarie condizioni di sicurezza. Mi auguro che presto venga fatta chiarezza e invito il presidente Laccoto a calendarizzare al più presto la mia richiesta di audizione urgente in commissione Sanità all’Ars, ove ascoltare l’assessora alla Salute Giovanna Volo e i vertici dell’ospedale Papardo affinché si comprendano le ragioni di quanto accaduto, si accertino le eventuali responsabilità e si garantiscano le migliori condizioni di lavoro agli operatori sanitari e soprattutto ai pazienti».
Anche il Codacons esprime «grave preoccupazione per il sequestro delle due sale operatorie», che «solleva interrogativi inquietanti sulla sicurezza delle strutture sanitarie e sulla tutela della salute pubblica. Una situazione intollerabile che non può essere limitata al singolo ospedale, ma richiede verifiche su scala regionale e nazionale per garantire la sicurezza dei pazienti». Il Codacons chiede all’assessorato regionale alla Salute e al ministero della Salute di avviare «immediatamente un’indagine ispettiva non solo sul caso del Papardo, ma anche sugli standard di igiene e sicurezza di tutte le strutture ospedaliere pubbliche e private della Sicilia».

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