C’è chi è al primo lavoro e chi invece ha già fatto altre esperienze. Ad accomunarli però c’è la certezza di avere trovato nella propria città un lavoro certo e di grande prospettiva. Sono i nuovi arrivati in casa Atm. Non i primi di quest’anno e non sicuramente gli ultimi che l’azienda di via La Farina assumerà nel futuro.
I venti nuovi autisti sono tutti under 30 e con un contratto di apprendistato professionalizzante che fra tre anni diventerà un accordo definitivo con l’azienda di trasporti messinese. Un percorso, quello della concreta stabilizzazione che già decine di altri giovani hanno completato. E sono così tanto ad essere entrati con questo contratto (economicamente vantaggioso per l’azienda grazie ad alcuni sgravi statali) che l’età media dei dipendenti di Atm è crollata a 45 anni. Ancora più bassa se si considerano solo gli operatori di esercizio.
I venti giovani sono idonei da oltre un anno. Ma in prima battuta non erano stati chiamati perché le necessità numeriche dell’azienda, in quel momento, erano diverse. Ma ora, con gli ulteriori pensionamenti e soprattutto con l’arrivo di nuovi mezzi e, in previsione, lo stop del tram per un anno, è stato necessario far scorrere quella graduatoria e anche loro hanno trovato posto. Lunedì saranno a bordo degli autobus. Ieri hanno festeggiato il loro primo contratto con Atm. Il più giovane ha 23 anni ma non per questo il meno esperto. «Ho lavorato per un paio di anni nel settore del turismo – dice Simone Chirieleison –. Ma mi rendo conto che questa è proprio un’altra cosa. Qui lavorerò per la mia città e potrò restare nella mia città».
È tradizione di famiglia quella di guidare un bus per i Cafeo. Maria Giovanna ha 28 anni ma non è l’unica autista di casa. «Anche mio padre lavora in Atm – dice l’unica donna del gruppo dei 20 ma non certo fra i 306 operatori in servizio – e per me è un onore fare il suo stesso lavoro. Non era il mio sogno da bambina, ma poi proprio mio padre mi ha “contagiato “ la sua passione, mi ha fatto prendere la patente e poi ho fatto il concorso. Da oggi cambia la mia vita». C’è anche chi è tornato a casa dopo 3 anni. «Guidavo i tram a Milano – dice uno dei 20 – appena mi hanno chiamato dall’Atm di Messina, mi sono licenziato per tornare a casa, sulle mie strade e con la mia famiglia. Non potevo chiedere di più».
Scopri di più nell’edizione digitale
Per leggere tutto acquista il quotidiano o scarica la versione digitale.
Caricamento commenti
Commenta la notizia