Doveva essere un intervento chirurgico per salvare la vita ad una paziente di 56 anni, trasportata d’urgenza nella notte del 17 novembre scorso, dalla sua casa di Merì, fino all’Ospedale di Milazzo. Ed invece, a seguito di un intervento chirurgico eseguito – per una diagnosticata “perforazione intestinale”– all’Ospedale Fogliani il successivo 18 novembre, subito dopo la mezzanotte, una volta scoccate le prime ore del 19 novembre, si è trasformato in una tragica morte.
A perdere la vita nel reparto di chirurgia generale del Presidio ospedaliero di Milazzo, durante il decorso post-operatorio, dopo aver subito un delicato intervento chirurgico effettuato molte ore prima è stata Giuseppa Devardo, 56 anni, compiuti nel mese di agosto, originaria di Milazzo e residente a Merì, la quale lascia il marito e due figli, oltre ai suoi stessi genitori che la piangono con il dolore di essere sopravvissuti alla morte dell’amata figlia. A chiedere poche ore dopo aver appreso del decesso della madre il sequestro della salma e l’esecuzione dell’esame autoptico, uno dei figli della vittima, che ha incaricato quale difensore l’avvocato Gaetano Pino del Foro di Barcellona, il quale ha avanzato istanza in considerazione del fatto che si è trattato di decesso improvviso relativo ad una paziente giovane di età ed in buone condizioni di salute. Infatti, all’intervento chirurgico durato alcune ore, sono sono seguiti esami diagnostici ed il decorso post operatorio ai familiari era sembrato normale, tanto che la paziente risvegliatasi aveva parlato con i suoi familiari. Poi a notte fonda sarebbero sopraggiunte non meglio specificate complicazioni che hanno causato poco prima dell’alba il decesso. I familiari, infatti sono stati avvertiti dopo le 6 dello scorso 19 novembre. Ieri sequestrata la salma, il pubblico ministero Veronica De Toni, sostituto procuratore della Repubblica del Tribunale di Barcellona, che ha affidato le indagini, per l’acquisizione della documentazione della Stazione di Milazzo al comando del Luogotenente Antonino Gringeri, esaminati e valutati gli atti del procedimento penale, ha disposto di avvisare le parti per eseguire gli accertamenti tecnici irripetibili sulla salma della vittima ed al contempo ha fatto notificare ai tre medici del Reparto di Chirurgia generale che hanno partecipato all’intervento operatorio l’informazione di garanzia sul diritto di difesa. Le ipotesi di reato previste per questa fase sono quelle di: “omicidio colposo e responsabilità colposa per morte o lesioni personali in ambito sanitario”.
In questa fase del procedimento Gazzetta del Sud non riporta i nominativi dei medici indagati che saranno resi noti solo nella eventuale fase di richiesta di rinvio a giudizio.
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