«Sono stata ingannata, mi hanno messo alla porta senza alcuna trasparenza nella documentazione». A denunciarlo è la dipendente comunale licenziata dal Comune di Roccalumera, che ha impugnato il provvedimento adottato dall’ente per il superamento del periodo di comporto, ossia quel periodo massimo di non lavoro dovuto a malattia o infortunio superato il quale il datore di lavoro può recedere dal contratto. La donna, assistita dall’avv. Giuseppe Minissale, ha notificato al Municipio un ricorso ai sensi dell’art. 441 bis del Codice di procedura civile, che disciplina le controversie relative ai licenziamenti, e la prima udienza davanti al Tribunale del Lavoro è fissata per il 10 dicembre; a rappresentare il Comune ci sarà l’avv. Carmelo Neri del Foro di Palermo, per una spesa di 7.694 euro. La dipendente ci ha raccontato di aver ricevuto fino all’ultimo mese le buste paga con l’intero stipendio e di essere stata licenziata all’improvviso, senza che siano mai state fatte decurtazioni graduali delle spettanze, le cosiddette “trattenute Brunetta”, in modo da renderla edotta che stava per superare il periodo di comporto e consentirle così di rientrare al lavoro per non perdere il posto oppure chiede 18 mesi di malattia non retribuita come consentito dalla legge. L’impiegata evidenzia anche come l’averle versato per intero tutti gli stipendi, fino all’ultimo mese di servizio, abbia creato un danno economico al Comune già in dissesto finanziario e che questa erogazione di somme non dovute è stata oggetto di un esposto che ha presentato alla Guardia di Finanza, al quale ha allegato copia delle buste paga per dimostrare quanto affermato.