Si apre domani, davanti alla sezione penale della corte d’appello presieduta dal giudice Carmelo Blatti, il nuovo processo di secondo grado per i riti ordinari per il gruppo mafioso di Giostra, nome in codice “Totem”, che torna a Messina dopo un rinvio della Cassazione del giugno scorso. Al centro del dibattimento comunque, visto che la responsabilità è ormai acclarata ed è diventata definitiva, c’è solo la rideterminazione della pena.
È l’inchiesta del 2016 sulla riorganizzazione del clan mafioso di Giostra sotto la “reggenza” di Luigi Tibia, che guardava non soltanto ai “settori” tradizionali come droga e estorsioni ma aveva allargato all’epoca gli affari con l’industria del divertimento, dei lidi balneari, e delle cosiddette “macchinette mangiasoldi (i “Totem”, appunto).
A giugno era stata la VI sezione penale a decidere tutto. I giudici avevano annullato con rinvio la precedente sentenza d’appello per Vincenzo Misa, solo per il reato associativo, l’unico reato per cui era stato condannato alla pena di 12 anni di reclusione. Per Misa si dovrà rifare il processo. Ed ancora avevano annullato con rinvio - ma limitatamente alla determinazione del trattamento sanzionatorio - per verificare se può applicarsi la cosiddetta modifica in peius per il reato associativo per tutti gli altri imputati, ovvero Luigi Tibia, Paolo Aloisio, Giuseppe Molonia, Calogero Smiraglia, Giuseppe Schepis, Luciano De Leo e Antonio Musolino, nei confronti dei quali era diventa irrevocabile l’accertamento di responsabilità per tutti i reati contestati.
Processo "Totem" a Messina: domani si apre l'appello per il clan di Giostra
È l’inchiesta del 2016 sulla riorganizzazione del clan mafioso di Giostra sotto la “reggenza” di Luigi Tibia
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