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Condannato a 3 anni e 4 mesi Giuseppe Russo, il mercenario messinese latitante che combatte in Donbass con i russi

Da anni è ricercato in tutta Europa dai carabinieri del Ros di Messina, dopo l’emissione di un’ordinanza di custodia cautelare a suo carico nel maggio del 2021.

È arrivata la condanna per il combattente mercenario messinese al fianco delle milizie filo-russe nel conflitto in Donbass, il 31enne Giuseppe Russo, che da anni è ricercato in tutta Europa dai carabinieri del Ros di Messina, dopo l’emissione di un’ordinanza di custodia cautelare a suo carico nel maggio del 2021. Nome in codice dell’indagine è “Ivan”.
Ieri la sezione penale collegiale del tribunale presieduta dal giudice Francesco Torre gli ha inflitto in contumacia la condanna a 3 anni e 4 mesi di reclusione. Ma Russo, che è stato assistito da un legale nominato d’ufficio, l’avvocata Angela Smeralda Cicciari, forse apprenderà tutto dai media.
La Procura, c’era in aula il sostituto della Dda Fabrizio Monaco, che a suo tempo condusse l’indagine dei carabinieri del Ros, aveva chiesto una condanna più pesante, a 4 anni e 8 mesi di reclusione.
A carico di Russo è stata ritenuta sussistente anche l’aggravante della cosiddetta “transnazionalità”. L’accusa principale di cui deve rispondere è invece legata all’art. 3 della legge n. 210 del 1995 che ha recepito la “Convenzione internazionale contro il reclutamento, l’utilizzazione, il finanziamento e l’istruzione di mercenari” (l’art. 3 recita: “Un mercenario ai sensi dell'art. 1 della presente Convenzione, che partecipa direttamente ad ostilità o ad un atto concordato di violenza, a seconda dei casi, commette reato ai sensi della Convenzione”).

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