Messina

Giovedì 14 Novembre 2024

Messina, gambizzò un giovane davanti a un locale per difendere il figlio: 54enne condannato a 12 anni

La Procura aveva chiesto addirittura 18 anni di carcere. Per l’accusa, quella notte, si trattò di tentato omicidio, il culmine di una vera e propria spedizione punitiva. La gup Finocchiaro l’ha condannato ieri pomeriggio a 12 anni di reclusione per quella rissa in più puntate poi sfociata in sparatoria in via Loggia dei Mercanti, alle spalle di piazza Duomo, al termine della quale un ventenne rimase ferito di striscio alla coscia destra da un colpo di pistola. Si tratta del 54enne N.C. (pubblichiamo le iniziali perché nella vicenda è coinvolto anche uno dei figli, minorenne), che secondo la ricostruzione dei fatti dopo le indagini della Squadra Mobile quella notte, era il 24 maggio scorso, intervenne armato con una una Beretta cal. 9x21 nei pressi di un locale, dopo che i suoi due figli, di cui uno minorenne, avevano avuto un pesante litigio con il ventenne (uno di loro lo aveva aggredito con una mazza da baseball per principianti). C’era vecchia “ruggine” dietro il ferimento del ventenne, in pieno centro storico, nelle strade della movida messinese. Lo stabilirono le indagini della Squadra Mobile, che nel giro di pochi giorni portarono alla risoluzione del caso. Ai domiciliari, su provvedimento del gip, finì il 54enne mentre in una struttura detentiva per minori, su disposizione del gip del Tribunale per i minorenni, finì il figlio 17enne. Per l’uomo il gip, nel convalidare l’arresto, a suo tempo modificò il reato contestato inizialmente di tentato omicidio, detenzione e porto abusivo di arma da fuoco aggravati, in concorso, in lesioni aggravate dall’uso dell’arma e dal numero delle persone. Mentre per il diciassettenne rimase in piedi la contestazione iniziale di tentato omicidio. Nella vicenda risultò coinvolto anche l’altro figlio del 54enne, ma le strade processuali dei due ragazzi si sono ovviamente divise. Per il 54enne nei mesi scorsi la Procura aveva chiesto il rito immediato, e ieri mattina il legale dell’uomo, l’avvocata Daniela Chillè, ha formalizzato la scelta di procedere con il giudizio abbreviato, che comporta la “sconto” di un terzo della pena.

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