Il 12 novembre 2003, alle 10:40 ora locale, la città di Nassiriya, a sud dell’Iraq, fu teatro di una delle più tragiche stragi che abbiano colpito le forze armate italiane dalla fine della Seconda Guerra Mondiale. Un camion carico di esplosivo forzò l'ingresso della base “Maestrale”, sede del contingente italiano MSU (Multinational Specialized Unit), con a bordo due terroristi intenzionati a colpire il contingente italiano. Uno dei terroristi, armato, aprì il fuoco sui militari italiani all'ingresso della base, mentre il camion sfondava la barriera e proseguiva fino a fermarsi vicino all’edificio principale, dove esplose. L’esplosione fu devastante: causò il crollo di gran parte della struttura, incendiò diversi veicoli militari e attivò una serie di deflagrazioni nel deposito munizioni.
Il bilancio delle vittime fu pesantissimo: 28 persone persero la vita, tra cui 12 carabinieri, 5 soldati dell’Esercito Italiano, due civili italiani e nove cittadini iracheni. Oltre ai caduti, circa venti italiani, tra militari e civili, rimasero feriti. La Sicilia fu tra le regioni che pagarono il prezzo più alto in vite umane. Tra le vittime si contarono infatti sette siciliani, che persero la vita nel compimento del loro dovere.
Tre messinesi tra le vittime
GIOVANNI CAVALLARO: 47 anni, nato in provincia di Messina e residente a Nizza Monferrato, Maresciallo in servizio al Comando Provinciale di Asti;
ALFIO RAGAZZI: 39 anni di Messina, Maresciallo dei Carabinieri in servizio al RIS di Messina;
IVAN GHITTI: 30 anni, milanese ma originario di San Fratello (ME), Carabiniere di stanza al 13° Reggimento Gorizia.
Altissimo fu il tributo di sangue pagato dalla Sicilia che vide il sacrificio di sette suoi figli. Oltre a Giovanni, Alfio e Ivan anche i siciliani Giuseppe Coletta, brigadiere di Avola; Domenico Intravaia, vice brigadiere di Palermo; Horacio Majorana carabiniere scelto, di Catania; Emanuele Ferraro, caporal maggiore scelto di Carlentini”. E i due calabresi Filippo Merlino, maresciallo dei carabinieri di Montauro (Catanzaro), e Massimiliano Bruno, capitano dell’Esercito originario di Cosenza.
Questi nove uomini sono diventati simboli del sacrificio e della dedizione, ricordati ogni anno con profonda commozione dalle loro comunità e da tutta l'Italia.
Nassiriya, Schifani: «Profonda commozione per i nostri caduti, un dovere tramandarne la memoria»
Nassiriya: da Occhiuto "Gratitudine a chi quotidianamente si adopera per la libertà dei popoli"
“Nel giorno del ventunesimo anniversario del drammatico attacco terroristico di Nassiriya, nel quale vennero barbaramente uccisi 19 italiani, rendiamo un doveroso omaggio alla memoria di tutti coloro - militari e civili - che hanno perso la vita nelle missioni internazionali di pace. Alle loro famiglie va la nostra sincera e commossa vicinanza. Gratitudine e ammirazione a chi quotidianamente si adopera per la libertà dei popoli, con generosità, dedizione e coraggio”. Così Roberto Occhiuto, presidente della Regione Calabria e vice segretario nazionale di Forza Italia, in occasione della Giornata del ricordo dei caduti militari e civili nelle missioni internazionali per la pace.
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