Messina

Venerdì 08 Novembre 2024

Gestione di due condomini a Messina: disco verde al processo che si terrà a Reggio Calabria

Palazzo Palano

Approda al Tribunale di Reggio Calabria l’indagine su una serie di anomalie denunciate da ex amministratori di condominio e residenti nei complessi “Peloritano” di Contesse e “Palazzo Palano” di viale della Libertà. La sostituta procuratrice Lucia Spirito, al termine delle indagini preliminari, ha firmato un decreto di citazione diretta a giudizio. Sotto la lente l’operato dei messinesi Alessandro Romeo, 49 anni, e Giovanni Di Bartolo, 68 anni. Difesi dagli avvocati Giuseppe Irrera e Nino Cacia, dovranno comparire davanti alla giudice monocratica Claudia Colli il 24 gennaio prossimo. L’accusa ritiene fondate le fonti di prova acquisite: attività compiute dalla Polizia giudiziaria e dal pubblico ministero, oltre che i documenti raccolti. Il procedimento risulta incardinato davanti al Tribunale reggino poiché uno degli inquilini del condominio Isolato 481, sul viale della Libertà, svolge l’attività di magistrato al Tribunale di Messina. Stando ai capi d’imputazione, Romeo deve rispondere di «appropriazione indebita continuata e aggravata», in quanto, «usurpando la carica di amministratore dei condomini “Complesso Peloritano” e “Isolato 481 viale della Libertà”», si sarebbe impossessato della somma di denaro nella disponibilità dei condomini, «3.400 euro dal conto» del primo e «4.275 euro» da quello del secondo. Fatti che si sarebbero verificati a Messina il 9 gennaio e il 2 luglio 2019. Contestata a Romeo anche l’ipotesi di reato di sostituzione di persona, in quanto «si attribuiva falsamente la qualità di amministratore dei condomini nei confronti di istituti di credito e postali, così inducendoli in errore e operare indisturbato sui conti correnti o accenderne altri». “Carica” che gli sarebbe pure servita per convocare assemblee, inviare comunicazioni, riscuotere quote condominiali, con «un vantaggio consistente nella possibilità di gestire ad libitum» i complessi (dall’anno 2018). E avrebbe anche prodotto una falsa attestazione all’Agenzia delle entrate, «presentando un’istanza finalizzata al cambiamento dei dati del codice fiscale dell’amministratore di condominio» e «impedito al legittimo amministratore (peraltro «minacciato» e «diffamato») di convocare un’assemblea». In concorso con Di Bartolo, si sarebbe appropriato della documentazione contabile dei due condomini, «per disporre arbitrariamente delle risorse» e «impedire oggi controllo sulla gestione». (r.d.)

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