Un lungo applauso nel ricordo della piccola Antonietta Villari, strappata alla vita a soli sette anni dall’alluvione che colpì il villaggio di San Filippo Superiore: cinquant’anni dopo la tragedia, la comunità ha voluto rendere grazie al santo patrono Nicola Vescovo che ha salvato la sua gente. Era il 6 novembre 1974 quando un terribile nubifragio si abbatté sulla vallata: 24 ore ininterrotte di pioggia e fango che inghiottirono abitazioni e mezzi. Molti rischiarono la vita, la piccola Antonella fu travolta e ritrovata morta a San Filippo Inferiore. Sulla muraglia del Vallone Fiumarello i sanfilippoti avevano aperto una breccia che permettesse a San Nicola, portato in processione il 6 dicembre, di attraversare il paese.
Il giorno dell’alluvione un enorme masso scivolò miracolosamente lungo l’argine del torrente e si incagliò in quell’apertura, evitando che il fango inghiottisse l’intero villaggio. Per tutti fu il miracolo del santo patrono. Un giubileo di rinascita che San Filippo Superiore ha voluto celebrare con una cerimonia religiosa: a destra dell’altare principale, nella chiesa parrocchiale intitolata a San Nicola Vescovo recentemente restaurata, un piccolo “altare della memoria”: la foto della piccola Antonella nel giorno della prima comunione nell’agosto 1974, i libri, la cartella di scuola, raccontano la storia di una vita spezzata troppo presto, alla quale tutti i paesani nel tempo hanno idealmente voluto dar seguito. C’erano gli abitanti del villaggio alla messa celebrata dal vescovo ausiliare Cesare di Pietro, molti dei quali testimoni di quella giornata: negli occhi dell’anziana mamma di Antonella Villari, Nina, un dolore vivo mai sopito e la consolazione della fede incrollabile. C’era l’intera città che attraverso la presenza delle istituzioni ha voluto condividere il ricordo e la memoria grata. Da quell’evento catastrofico, la comunità si è riscoperta forte e resiliente.
Durante la serata è stato proiettato un video, nato da un’idea di Josè Villari, con regia di Federica Carrozza, testo della voce fuoricampo di Maria Tiziana Sidot e voce fuoricampo dell’attrice e direttore artistico Mimma Ferrisi, interprete intensa; testo della poesia in dialetto di Nino Fede, interpretazione della poesia in dialetto dell’attore e regista Maurizio Marchetti, che apre le immagini con la sua voce profonda e drammatica con i vari colori del dolore; Nina Giordano, assistente di studio. Presenti il vicesindaco Salvatore Mondello, l’assessore alle Politiche Culturali e al Turismo Vincenzo Caruso, l’assessore alla Protezione Civile Massimiliano Minutoli, Cosimo Gambadauro della Prefettura di Messina, il comandante della Polizia Municipale Giovanni Giardina e altre autorità.
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