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Messina: 24 arresti per droga a Santa Lucia sopra Contesse. I nomi dei 29 indagati

Sgominate tre organizzazioni criminali che utilizzavano come base operativa anche un edificio abusivo presso il quale era stato installato un sofisticato sistema di videosorveglianza

Ventiquattro arresti per traffico di droga. Ad eseguire l'ordinanza di custodia cautelare - emessa dal gip di Messina su richiesta della Dda - 100 agenti della Polizia di Stato. Si procede per i reati di associazione per delinquere finalizzata alla detenzione e al traffico di sostanze stupefacenti, oltre che vendita al dettaglio di cocaina, crack e marijuana. Le indagini avviate nel settembre 2021 - coordinate dal procuratore d'Amato e condotte dalla Squadra Mobile diretta da Vittorio La Torre, hanno consentito di individuare tre distinte organizzazioni criminali operanti nel rione di Santa Lucia sopra Contesse, che utilizzavano come base operativa dello spaccio anche un edificio abusivo, presso il quale era stato installato un sofisticato sistema di videosorveglianza. A capo delle tre organizzazioni c'erano Giuseppe Arena, Michele Arena e Paolo Grasso.

Arrestati in carcere

Arena Andrea, Messina, 20-8-1964
Arena Giuseppe detto Peppone, Messina, 15-4-1990
Arena Michele, Messina, 5-6-1999
Barbuscia Giosuè, Messina, 30-11-1998
Celi Francesco, Catania, 20-6-1976
Costa Piero, Messina, 19-9-1988
D'Angelo Tommaso, Messina, 29-1-1988
De Domenico Francesco, Messina, 14-11-1978
DeMarco Valentina, Messina, 3-5-1992
Grasso Paolo, Messina, 22-3-1990
Grasso Raffaele, Messina, 12-8-1963
Grasso Valentina, Messina, 28-9-1991
Lucchesi Vincenzo, Messina, 29-8-1988
Morabito Patrizia, Messina, 30-5-1969
Passeri Nicolò, Messina, 5-7-2001
Rodoletti Marco, Messina, 27-5-1985
Santovito Elena, Messina, 24-7-1972
Santovito Francesco, Messina, 2-10-2001
Scirone Antonino, Messina, 6-8-1994
Scivolone Marco, Messina, 30-5-1992
Sturiale Brunella, Messina, 6-10-1965
Vieira Da Silva Washington, Recife, 10-10-1989

Ai domiciliari

Arena Antonina, Messina, 10-5-1998
Bonomo Floriana, Barcellona, 4-12-1978

Indagati

Arena Alessandra Noemi, Messina, 11-4-2002
Arena Vincenzo, Messina, 31-12-1992
Merlino Michele, Messina, 29-5-1995
D'Andrea Alessio, Messina, 11-7-2003
Rotondo Claudio, Messina, 1-5-1981

Il quartier generale in un bunker tra le Case arcobaleno. Una "casetta" per trasformare la coca in crack

A seguito di numerose segnalazioni di spaccio proprio all’interno della costruzione abusiva di 15 mq situata nel complesso 'Case arcobaleno', denominata convenzionalmente "casetta", è stata individuata e ricostruita l’esistenza delle tre organizzazioni criminali, collegate tra loro per rapporti familiari o di necessità per le forniture di stupefacente, tutte collocate nel medesimo contesto territoriale, dedite al traffico di ingenti quantitativi di cocaina, crack e marijuana, destinati al mercato messinese e dell’hinterland dell’intera provincia.

Telecamere per sorvegliare ogni movimento

Nel piccolo locale - composto da un’unica stanza e un piccolo bagno annesso, con porta d’ingresso e balcone adiacente protetti da una grata metallica e da un’arella in canne di bambù, collocata in modo da non consentire la visione dall’interno - allo scopo evidente di prevenire gli interventi della polizia, era stato installato un sofisticato sistema di videosorveglianza, costituito da diverse telecamere posizionate anche in luoghi non visibili, al fine di controllare a 360 gradi l’intera area prospiciente il manufatto.

Dalla principale piazza di spaccio della provincia di Messina fino 100mila euro a settimana

In particolare, all’interno di questo piccolo locale la cocaina veniva lavorata, confezionata in dosi e rivenduta sotto forma di crack. Tale struttura è da considerarsi la principale piazza di spaccio della provincia di Messina, tanto da essere capace di produrre guadagni stimati, presumibilmente, fino a 100.000 euro a settimana.

A ciascuno il proprio ruolo

Gli accertamenti di polizia giudiziaria hanno consentito di documentare plurime condotte illecite degli indagati, con una precisa ripartizione di compiti e la consapevolezza di ciascuno di loro di esser membri di associazioni criminali stabili, strutturate e funzionali al commercio illecito di sostanze stupefacenti. È stato accertato infatti che ogni appartenente al sodalizio ha ricoperto uno specifico “ruolo".

I pusher "operai"

In particolare è stata riscontrata la presenza di soggetti addetti primariamente alla logistica, altri con il compito di gestione dei “proventi” derivanti dalle vendite, altri ancora preposti alla lavorazione dello stupefacente ed i pusher, chiamati anche “operai”, incaricati alle relative consegne, impiegati in osservanza di precisi turni lavorativi e regolarmente retribuiti per il lavoro svolto.

La giornata tipo: 50 cessioni a 40 euro ciascuna

Il considerevole giro d’affari riconducibile allo smercio di droga all’interno di quel manufatto abusivo è emerso in tutta la sua ampiezza tramite i servizi di osservazione effettuati dagli investigatori in prossimità del sito, laddove è stato documentato lo svolgimento di una “giornata tipo”, quindi la presenza dei pusher, il costante andirivieni di acquirenti (oltre 50 cessioni in mezza giornata), il prezzo della droga (acquistata a 40 euro al grammo e rivenduta a 60) e la retribuzione per il lavoro svolto dai cd. operai, lautamente stipendiati alla stregua delle cifre emerse dalle attività tecniche.

Il contesto delinquenziale

Del resto, la personalità dei malviventi, desunta dal modus operandi, cristallizzato nell’esecuzione certosina di un programma criminoso dedito al traffico di stupefacenti, si è sviluppata in un contesto delinquenziale, le case Arcobaleno del quartiere Santa Lucia sopra Contesse, in cui il fenomeno dello spaccio è considerato attività assolutamente normale e confacente ad uno stile di vita condiviso e protratto nel tempo, considerato più che mai abituale, in una situazione di illiceità cristallizzata e stabile.

Proprio indagando su tali condotte, personale della Squadra Mobile, a seguito degli accertamenti svolti ed al fine di infrenarne l’attività illecita, ha proceduto in tempi diversi all’arresto in flagranza di reato di otto soggetti per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti, in quanto sorpresi in possesso, complessivamente, di oltre un kilogrammo di cocaina e due kilogrammi di marijuana, oltre che al sequestro di circa 20.000 euro in contanti, somma quest’ultima ritenuta provento dell’attività di spaccio. Sulla scorta del quadro indiziario così raccolto, salvo diverse valutazioni giudiziarie nei successivi livelli e fermo restando il generale principio di non colpevolezza sino a sentenza passata in giudicato, il Gip, su conforme richiesta della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Messina, Direzione Distrettuale Antimafia, ha applicato la misura cautelare della custodia in carcere per 22 indagati e quella degli arresti domiciliari per gli altri 2 indagati.

Le azioni di rintraccio ed esecuzione delle misure cautelari sono state curate dalla Squadra Mobile di Messina, con l’ausilio di personale della S.I.S.C.O. di Messina, delle Squadre Mobili di Catania, Caltanissetta, Siracusa, Enna, Cosenza, Cuneo e Pesaro Urbino, del Reparto Prevenzione Crimine “Sicilia Orientale” e “Sicilia Occidentale”, delle unità cinofile della Questura di Palermo e dei Commissariati di P.S. della Questura di Messina, per un totale di 100 agenti della Polizia di Stato.

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