«Agiremo in danno alla curatela fallimentare dell’impresa». Era il luglio del 2022. L’annuncio fu dato dall’allora presidente dell’Autorità di sistema portuale Mario Mega, nel corso della conferenza stampa di presentazione del Piano di caratterizzazione ambientale riguardante la Zona falcata. In quell’occasione, pur non dando tempi certi, Mega ribadiva che l’Authority avrebbe demolito le enormi cisterne della vecchia società “Eurobunker”, rivalendosi poi sui curatori fallimentari. L’azienda che gestì per decenni quei depositi costieri di gasolio fu dichiarata, infatti, fallita il 27 giugno dl 2018 con sentenza della seconda sezione del Tribunale civile di Messina, con la quale vennero anche nomitati il giudice delegato, la dottoressa Claudia Giovanna Bisignano, e il curatore, l’avvocato Giuseppe Marullo.
Proprio con il curatore fallimentare, all’indomani della sentenza, insorse un ulteriore contenzioso relativo ai precedenti rapporti tra la Spa e l’Autorità portuale. La “Eurobunker” si era rivolta al Consiglio di giustizia amministrativa, dopo che il Tar di Catania, nel 2016, aveva confermato la validità degli atti a suo tempo emessi dall’Autorità portuale e cioè il diniego di concessione e l’ordine di sgombero delle aree. Il Cga, con sentenza pubblicata il 18 marzo del 2020, respinse il ricorso.
E, dunque, da quel momento si sarebbe dovuto eseguire quanto disposto dai giudici del Tribunale e del Consiglio di giustizia amministrativa, cioè lo sgombero immediato delle aree per procedere alla demolizione. Dal 2020 al 2022 sono trascorsi due anni, dal 2022, cioè dalla data dell’annuncio dell’ex presidente Mega, ne sono passati altri due. Due più due fa quattro, come insegnano alle elementari. E ancora le cisterne ex Eurobunker sono lì, che fanno bruttissima mostra di sè, proprio accanto a uno dei monumenti simbolo dell’intera Falce, la bellissima Lanterna, opera progettata e realizzata dal fiorentino Giovanni Angelo Montorsoli, lo scultore e architetto vissuto tra il 1507 e il 1563 e autore, tra l’altro, della meravigliosa Fonte d’Orione che nobilita la nostra piazza Duomo (attualmente oggetto di lunghe e complesse procedure di restauro che, si spera, possano terminare al più presto, per restituire quel bene in tutto il suo originario splendore).
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