«Non essendo stato possibile, al di là delle estemporanee ed offensive esternazioni del sindaco, contestare all’allora comandante della Polizia locale alcun addebito o inadempienza, si è preferito utilizzare il potere discrezionale dell’Amministrazione in tema di revisione organizzativa dell’Ente per il raggiungimento di finalità palesemente diverse da quelle per le quali lo stesso potere è attribuito».
Parole, queste, che riassumono il contenuto del ricorso presentato al Tar di Catania dall’ex comandante, Daniele Lo Presti, contro il Comune di Taormina e nei confronti dell’attuale comandante Giuseppe Cacopardo, dopo le vicende degli ultimi mesi che hanno portato al defenestramento del vertice del Corpo.
I legali difensori, gli avvocati Antonio Lanfranchi e Marco Zappia, chiedono ai giudici l’annullamento di delibere di Giunta, decreti sindacali, determine e ordinanze dirigenziali adottate nell’ultimo mese con i quali il Corpo di Polizia Locale è stato declassato a struttura di secondo livello legato all’Area Amministrativa, è stata revocata la nomina di Lo Presti a comandante, è stato mutato il suo profilo professionale da specialista in attività di vigilanza a specialista in attività amministrativa, è stato trasferito all’Area Tecnica e nominato responsabile dei Servizi Commercio-Attività Produttive-Suap e Autoparco e Protezione civile e dell’atto con il quale Cacopardo è stato nominato comandante.
I legali contestano punto per punto i provvedimenti e le motivazioni esposte dall’Amministrazione e ricostruiscono così la vicenda.
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