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Patti, micro discarica vicino al Palasport: l'ennesimo oltraggio

Se fosse un’opera d’arte la si potrebbe titolare “involuzione della specie”. Ma la catasta di indumenti usati, accumulata all’ombra degli eucalipti che cingono lo spazio esterno dell’ex palasport di via Mazzini, è quanto di più lontano ci sia da un’installazione di street art.
Il termine corretto per descrivere l’ammasso informe di vestiti sfrattati dagli armadi e scaraventati ai margini della vecchia palestra comunale è uno solo: micro discarica.
In spregio alle più basilari norme del senso civico, quello disegnato ai margini di via Mazzini, proprio a ridosso del Comando della Polizia locale e a poche decine di metri dall’ospedale “Barone Romeo”, è l’ennesimo scarabocchio sulla città. In barba a chi, ed è la maggioranza, si sforza di contribuire al mantenimento del decoro e della pulizia eseguendo correttamente la differenziazione e il conferimento dei rifiuti, compresi quelli tessili.
A denunciare il degrado di via Mazzini è Placido Salvo, segretario del circolo pattese del Movimento Cristiano Lavoratori ed ex consigliere comunale: «È una situazione da terzo mondo. Assieme ai vestiti, tra l’altro ormai inutilizzabili perché esposti alle intemperie da settimane, sono state gettate anche altre tipologie di rifiuti, tra cui plastica e alluminio. Dall’enorme catasta emerge addirittura una stufa elettrica. Uno scempio in pieno centro cittadino».
Ma le responsabilità sarebbero, in parte, anche della Onlus che gestisce il ritiro degli indumenti usati, responsabile della mancata rimozione dei tre contenitori di raccolta posizionati all’esterno del vecchio palasport, nonostante le innumerevoli lettere di diffida firmate dalla vice sindaca

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