Quella che inizia sarà un’altra settimana calda a Palazzo Zanca. Un’altra settimana di nomine e, probabilmente, di dimissioni, secondo l’inedita road map fissata da Cateno De Luca dieci giorni fa nel corso del vertice di Sud chiama Nord a Fiumedinisi e che già ha portato all’addio (o parziale arrivederci) dei vertici di Atm, dopo quelli di Amam. Stamattina si conoscerà il nome del nuovo direttore generale della Città metropolitana e si scoprirà se avevano un fondamento i rumors per i quali questo ruolo, lasciato vacante da Salvo Puccio (che continuerà a occuparsi a tempo pieno del Comune) verrà ricoperto proprio da Giuseppe Campagna, il dimissionario presidente di Atm. In ogni caso lo stesso Campagna, che attualmente è anche numero uno di Asm a Taormina (azienda strategica, perché oltre ai trasporti si occupa anche di rifiuti e servizio idrico), con ogni probabilità rimarrà con un piede entro l’Atm, ma nelle vesti di consulente a titolo gratuito, con la presidenza che dovrebbe andare a chi, finora, ha ricoperto il ruolo di “numero due” nel Cda, l’avvocata Carla Grillo. Di fatto le uniche dimissioni “vere” sono quelle di Salvatore Ingegneri, che da tempo, secondo quanto filtra dall’azienda di via La Farina, pare fosse non più in sintonia col resto della governance. Ma non saranno le ultime. Dopo Amam (col nuovo Cda che si è insediato e ha preannunciato che nei prossimi giorni incontrerà prima il consiglio comunale e poi le sei Municipalità, a partire dalla terza) e Atm, dovrebbe toccare ad Arisme, l’agenzia del risanamento, dove già una componente del Cda, Francesca Martello, è stata trasferita proprio ad Amam, e il presidente Vincenzo La Cava viene dato più che in bilico. Il rimpasto riguarderà tutte le società partecipate, questo è certo. Quel che non è certo che avverrà in ogni azienda con le stesse modalità. Quanto potrebbe verificarsi in Atm, con un cambiamento “soft” e non radicale, potrebbe ripetersi anche in altre società. La presidente di Messinaservizi, Mariagrazia Interdonato, nei giorni scorsi ha spiegato, ad esempio, che anche lei, quando sarà il suo turno, rimetterà «il giudizio al socio unico, che è il sindaco. In questi anni ho sempre lavorato dedicandomi completamente al mio ruolo, pur sapendo di non dovermi adagiare alla sedia. Sono sempre stata pronta, laddove mi fosse stato richiesto, a rimettere il mio mandato e così farò. Ma lo farò con la coscienza di aver dato tutto».