Messina

Giovedì 21 Novembre 2024

Messina sempre più anziana, mercato del lavoro sempre più precario

Una fotografia completa ed approfondita della situazione economica e sociale della provincia di Messina. È quella che viene fuori dal secondo Rendiconto sociale dell’Inps relativo al 2023 che delinea il panorama socio-demografico e del mercato del lavoro provinciale, l’occasione per un confronto con tutti gli “stakeholders” (i portatori di interesse) sul territorio. Ed infatti, ieri mattina, nel salone degli Specchi di Palazzo dei leoni la platea era ampia e comprendeva rappresentanti di istituzioni, sindacati, associazioni, ordini professionali dell’intera provincia. A far da padrone di casa il sindaco metropolitano Federico Basile «Il bilancio sociale – ha precisato il direttore provinciale dell’Inps, Gaetano Minutoli – rappresenta il nostro fiore all'occhiello perché siamo una delle poche amministrazioni nel panorama nazionale a presentarlo e rendere pubblici i dati. L’Inps ha un forte impatto sull’economia della città e del territorio perché paghiamo le prestazioni non solo pensionistiche ma anche quelle di sostegno al reddito». Quello di ieri è stato un momento di riflessione e confronto sui numeri. E sono due i dati che saltano agli occhi leggendo il documento dell’Istituto di previdenza. Intanto, quello socio-demografico con il saldo negativo (-14840) costantemente in crescita tra nascite e decessi dal 2019 al 2022. Quindi quello relativo all’invecchiamento della popolazione sul quale contribuisce anche il flusso migratorio. Tra il 2022 e il 2023 cresce di due punti percentuali il tasso di occupazione ma nel 2023 è sempre al di sotto della media regionale. Di conseguenza diminuisce il tasso di disoccupazione ma è sempre più alto (+4%) rispetto alla media regionale, quasi tre volte rispetto alla media nazionale. «Il dato sull’occupazione è in risalita – scrive Minutoli – ma ciò che non cambia, da molti anni a questa parte, è la forte precarietà che caratterizza il mercato del lavoro messinese. Come l’anno precedente, infatti, più della metà delle assunzioni sono a tempo determinato (il 56% del totale), seguire dalle assunzioni stagionali (il 22%) e solo al terzo posto troviamo le assunzioni a tempo indeterminato (il 17%) che si accompagnano ad importi salariali nettamente inferiori rispetto al dato nazionale». Le assunzioni a tempo determinato e stagionale sono, insomma, tre volte superiori a quelle a tempo indeterminato. «Possiamo comunque guardare al futuro con un po’ di ottimismo – sostiene Minutoli – perché i dati comunque migliorano. Abbiamo incrementato il numero delle aziende attive che ha raggiunto il record riferito al 2012». In aumento anche l’accertamento dell’evasione contributiva che passata, tra il 2022 e il 2023, da 58.365.707 euro a 68.092.507 euro con la scoperta, nel 2023, di 670 lavoratori in nero (461 nel 2022) e 11012 lavoratori irregolari (7918 nel 2022). Cresciuto anche il numero di Naspi, passata da 23343 del 2021 ai 29105 del 2023. «Nel 2023 – ha spiegato il direttore provinciale dell’Inps – abbiamo registrato il dato più alto degli ultimi anni per quanto riguarda liquidazione delle NaSpi e su questo lo sforzo profuso è stato veramente tanto. Ora più del 95% delle prestazioni viene liquidato entro 15 giorni, proprio per dare risposte rapide alla cittadinanza. Ma è comunque importante sottolineare l’impegno corale che accomuna non solamente l’Inps con la sua direzione ed i dipendenti, ma anche tutte le parti sociali, gli ordini professionali, i professionisti e le istituzioni che hanno interagito con noi».

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