Messina

Giovedì 21 Novembre 2024

Pianeta Casa: Messina è la città dei paradossi

Su 113.557 case, a Messina il tasso di utilizzo è pari al 73,4 per cento, con un calo dell’1,5% rispetto al decennio precedente. Ciò significa che il 26,6% delle abitazioni messinesi non è utilizzato, tra alloggi sfitti, invenduti o rimasti vuoti dopo la morte dei proprietari. Erano questi i numeri del Report pubblicato da “Il Sole 24 Ore” in riferimento agli anni 2013-2023. In quella speciale classifica dei Comuni italiani, Messina si è ritrovata a occupare l’ottantaquattresima posizione, tra i capoluoghi di provincia con il tasso di utilizzo delle proprie abitazioni più basso, rispetto, ad esempio, a città come Prato e Livorno, dove la percentuale supera il 90 per cento o altre realtà urbane come Bologna, Roma, Brescia, Pordenone, Firenze, Verona, Modena, Arezzo, Latina, Genova, Treviso, Ancona e Milano. I numeri attuali Perché riportiamo questo dato? Perché oggi, nella giornata degli “Sfratti zero-vuoti zero”, diventa sempre più attuale. Di fronte a questa dotazione sempre più ampia di immobili non utilizzati, in una città tra le più colpite dalle conseguenze dell’inverno demografico, con la più alta “emorragia” di giovani che sono andati via (e, ahinoi, continuano a farlo) e con una popolazione sempre più anziana, appaiono eclatanti gli ultimi dati sugli sfratti, forniti dalle associazioni degli inquilini, che consegnano «un quadro tristemente in linea con gli anni precedenti, anzi peggiore». In Italia, come evidenziano Unione inquilini, Udu e Sunia, sono 39.373 i provvedimenti di sfratto emessi nel corso del 2023, con 73.809 richieste di esecuzione e 21.345 sfratti eseguiti. In Sicilia registriamo 4.905 richieste di esecuzione mentre nella provincia di Messina, sono 167 i provvedimenti di sfratti emessi, 209 le richieste di esecuzione e 89 gli sfratti eseguiti con l'ausilio della forza pubblica (11% in più rispetto all'anno precedente). «Un trend, in provincia di Messina, tutto sommato in linea con il 2022, ma che ci preoccupa – sottolineano i rappresentanti delle organizzazioni – considerati l'inflazione crescente e l'aumento dei prezzi dei beni di prima necessità (aumentati del 12% rispetto al 2022)». Secondo le tre sigle, gli alloggi privati sfitti a Messina sarebbero circa 20mila (il 15% delle case totali), ai quali vanno aggiunte anche tutte quelle case di proprietà pubblica che non sono utilizzate, ed ecco perché si giunge alla percentuale del 26 indicata nel Report 2023 del “Sole 24 Ore”. Uno scenario che – insistono Unione inquilini, Udu e Sunia – è «il prodotto di anni di cementificazione selvaggia e di un saldo migratorio e naturale negativi (siamo una città sempre più anziana)».

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