Slitta novembre l’inizio del processo scaturito dall’inchiesta sul caso di corruzione elettorale legata ai lavori nel torrente Bisconte-Cataratti. Ieri era prevista la prima udienza ma il processo è stato rinviato di qualche settimana a seguito dell’astensione per incompatibilità di alcuni giudici che componevano il collegio. Il processo è stato quindi rinviato al 12 novembre. Nel corso dell’udienza, tuttavia sono state reiterate dai legali alcune richieste di patteggiamento che, a suo tempo, avevano avuto il consenso dei sostituti procuratori Liliana Todaro e Marco Accolla che hanno curato l’inchiesta. In particolare aveva chiesto di patteggiare la pena Maurizio Croce, l’ex soggetto attuatore dell’Ufficio regionale per l’emergenza idrogeologica. Le richieste di patteggiamento erano state anche proposte per l’imprenditore Giuseppe Capizzi, per l’ex direttore generale dell’Arpa Sicilia Francesco Vazzana e per Rossella Venuti. In particolare per Croce era stato chiesto il patteggiamento a 3 anni e 6 mesi per Capizzi a 2 anni mentre per Vazzana a 3 anni, aveva chiesto di patteggiare la pena anche Rosella Venuti a 2 anni. Al centro del processo, nei confronti di 12 persone, i risultati di indagini condotte dalla Guardia di Finanza e le rivelazioni dell’imprenditore brontese ed ex sindaco di Maletto Giuseppe Capizzi, la cui ditta vinse l’appalto per mettere a posto le cose nel torrente Cataratti - Bisconte, ma che, secondo l’accusa e le sue stesse dichiarazioni, si prodigò per tutta una serie di “favori extra” che sarebbero stati richiesti proprio da Croce anche durante la sua campagna elettorale per la corsa a sindaco. Le indagini erano iniziate a seguito di un controllo disposto dal prefetto presso il cantiere di “riqualificazione ambientale e risanamento igienico dell’alveo del torrente Cataratti -Bisconte e opere varie ne Comune di Messina”.