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Dalla città dello Stretto a "Mare Fuori", un messinese è "Chiattillo": la storia di Christian Roberto

Il papà, titolare di “Cleptomania”, un negozio storico di abbigliamento, lo ha sempre accompagnato nel suo percorso artistico

Sognava di essere Michael Jackson. Il ventiduenne Christian Roberto sarà a breve tra i protagonisti di “Mare fuori- Il musical”. O meglio la seconda stagione. Una storia, la sua, che comincia dalla città dello Stretto.

«Sono messinese – racconta – e ho vissuto qui fino alle scuole elementari. Roma? Il posto naturale dove arrivare per una serie di coincidenze e poi c'è da dire che offre tanto se vuoi fare questo mestiere. Papà che nella città dello Stretto era il titolare di “Cleptomania”, un negozio storico di abbigliamento, mi ha sempre accompagnato nel mio percorso artistico e poi, ad un certo punto, anche mia mamma australiana, che insegna inglese, si è resa conto che avrebbe potuto fare di più nella capitale. Mia sorella Giulia ha fatto anche lei qualche lavoro in Tv ma frequenta anche l'Università».

Il giovane ha debuttato nel mondo dello spettacolo a 7 anni nel programma televisivo “Italia’s Got Talent”, vestendo i panni del suo mito. Un sogno che sembrava già bastare: «Da bambino – continua – vedevo i video di Michael Jackson e poi allo specchio imitavo i suoi passi. Sognavo di diventare come lui, di cantare e danzare su un palcoscenico circondato da ballerini. Ho iniziato a studiare danza, una passione che mi ha trasmesso il mio papà, anche se lui inizialmente aveva provato a iscrivermi in una scuola calcio ma paradossalmente amavo fare goal per esultare ballando». In seguito altre chiamate da un'agenzia di Roma: «Non sapevo di avere capacità attoriale ma di sicuro ero sveglio, avevo i tratti siciliani e, infatti, i primi lavori sono stati “L'onore e il rispetto”, “Baciamo le mani: Palermo-New York 1958”. Esperienze pazzesche a 8 anni ma non dimenticherò mai il mio primissimo lavoro al teatro Brancaccio, mi hanno preso per fare Chicco, la tazzina, nel musical “La Bella e la Bestia” e quell' anno io e papà ci siamo trasferiti nella capitale e mamma apriva il negozio considerando che mia sorella andava ancora all'asilo. Mi hanno accolto ancora inesperto e mi hanno fatto fare canto, recitazione, danza».

Un curriculum vasto del giovane talento che rammenta “Poli opposti” con Luca Argentero, e “Cruel Peter” diretto dal messinese Bisceglia: «Altra cosa da ricordare? “Billy Elliot” al Sistina, quest’ultimo prima come co-protagonista, vincendo anche l'Oscar italiano dei musical, e poi come protagonista. Mi sono rivisto molto in Billy. Anche io ero un ragazzino che voleva studiare danza, venendo considerato diverso.

Il regista messinese Massimo Romeo Piparo rimase sorpreso quando seppe che ero della sua stessa città. Ancora oggi lo ringrazio perché mi ha formato tanto e con lui abbiamo fatto tanto altro come i musical “Mamma mia” e “Full monty” con Paolo Conticini, Luca Ward e Nicolas Vaporidis».

Il sogno ha preso forma ed è come se la recitazione avesse scelto il giovane: «La popolarità – precisa –è arrivata con “Sulla stessa onda” e la fortuna è stata che questo film è uscito su Netflix nel periodo della zona rossa in cui le piattaforme hanno avuto un exploit. In una notte i miei followers sono aumentati e da lì ho capito che la gente ha cominciato a notarmi. Da lì sono arrivate altre proposte e sono stato il protagonista dello spot del cornetto Algida in Italia e in Spagna per altri 2 anni.

A 18 anni ho capito che cosa volevo fare davvero da grande e ho preso parte alla serie “Luce dei tuoi occhi 2”, con Anna Valle e Giuseppe Zeno, poi ho fatto “Il Paradiso delle Signore”, e ancora il grande progetto di “Mare fuori musical” dove interpreto “O' Chiattillo”. Non ho mai visto un successo così grande di pubblico a teatro.

“Mare fuori” è riuscito a portare a teatro tantissime persone, soprattutto ragazzi. È stupendo vedere le sale piene di giovani. Alessandro Siani, che ha curato la regia, è un mito e da lui si impara davvero tutti i giorni. Verremo a Catania e Palermo e mi dispiace non venire a casa mia.

Una cosa è sicura: esprimiamo amore e speranza su temi assai delicati». Il 23 maggio, per la Giornata della legalità, lo abbiamo visto su Rai 1 in prima serata in “Mascaria”, film diretto da Isabella Leoni e ispirato a una storia vera su un costruttore, interpretato da Fabrizio Ferracane, che a seguito di una denuncia, viene delegittimato moralmente dai suoi avversari subendo per questo l’abbandono sociale, economico e istituzionale.

Il messinese è il figlio maggiore dell'imprenditore che una volta cresciuto dovrà seguire il percorso di legalità tracciato dal papà. Il suo augurio? Che questa pellicola faccia il giro delle scuole. I sogni nel cassetto invece sono tanti: «Sogno il David – ride – ma in linea di massima vado avanti con i piedi per terra portando avanti il cinema italiano e non sarebbe male portarlo fuori. Cosa curiosa? Indosso i vestiti di “Cleptomania” per le occasioni importanti. Gli abiti che quando ero piccolo guardavo con ammirazione e non potevo indossare». E si emoziona quando gli amici gli dicono vedendolo recitare: «Non sembri tu». Perché un attore è tutto ciò che vuole essere in scena.

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