Sulla grave quanto inquietante rissa di Villa Dante ha indirizzato i riflettori la Procura per i minorenni diretta da Andrea Pagano. Che ha assegnato la delega delle indagini alla Polizia municipale di Messina. E gli agenti alle dipendenze del comandante Giovanni Giardina sono già al lavoro per collocare nel quadro investigativo le tante figure mancanti all’appello.
La cornice è quella di un acceso litigio tra giovani messinesi, studenti non ancora maggiorenni peraltro molto probabilmente legati da rapporti di conoscenza se non di amicizia. I quali hanno sfogato la loro rabbia improvvisamente, davanti alle videocamere di alcuni telefoni cellulari. Tanto che quei filmati, oltre ad essere stati trasmessi in maniera criptata dai mezzi di comunicazione, hanno fatto il giro delle chat e dei social. Ovviamente, sono finite nella mani della Polizia locale, che li sta scandagliando. In corso accertamenti finalizzati all’individuazione delle due ragazze che si sono dapprima accapigliate sotto gli occhi di altri giovani e di un’altra coetanea che ha successivamente partecipato alla violenza, prendendo le difese di un’amica.
Al vaglio, altresì, il ruolo degli “spettatori” interessati esclusivamente a riprendere la scena, senza mai provare a dividere le contendenti. Bisogna anche accertare le cause scatenanti dell’episodio, anche se una prima ricostruzione ricondurrebbe a gelosie di natura sentimentale e vendette per precedenti “sparlate”, ossia giudizi manifestati in maniera ritenuta malevola o calunniosa, ma certamente offensiva e tale da meritare una punizione.
Ma s’ipotizza altresì che il duello in stile cavalleria rusticana non sia stato affatto casuale, bensì preorganizzato e filmato appositamente, con l’obiettivo di ottenere una vetrina sui social, accompagnata da numerose visualizzazioni e condivisioni. Al netto di tutto, toccherà quindi al Corpo di Polizia municipale dare un nome e un volto ai protagonisti dell’incresciosa vicenda, oltre che disegnare il resto della “raffigurazione” con scenario il parco di Villa Dante. Il delicato lavoro investigativo è quindi coordinato dalla Procura per i minorenni, sul cui tavolo giungerà una prima relazione, sulla base della quale saranno adottate le determinazioni del caso.
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