Ai vertici del triangolo figurano Messinambiente, che reclama consistenti risorse in proprio favore, Comune e Ato Me 3, ritenuti dalla prima società – in liquidazione come ultima – soggetti inadempienti. La vicenda è stata già trattata dal Tribunale di Palermo e adesso si arricchisce di un nuovo capitolo, scritto dal Tribunale civile di Messina. La Prima sezione, con la giudice Ivana Acacia, ha emesso una sentenza sul generico tema “Appalto di opere pubbliche”. Contraddittorio promosso dalla curatela del fallimento di Messinambiente, rappresentata e difesa dall’avvocato Daniele Passaro. Condannata al pagamento di ingenti somme la spa che aveva competenza esclusiva in materia di gestione integrata dei rifiuti e igiene pubblica, assistita dagli avvocati Fabrizio Guerrera e Marcello Scurria.
Messinambiente aveva presentato ricorso anche contro Palazzo Zanca, difeso dall’avv. Fortunata Grasso. Nello specifico, Ato Me 3 spa è dichiarata debitrice nei confronti della curatela fallimentare di Messinambiente in liquidazione per i servizi resi dalla stessa dall’1 gennaio 2007 al 18 gennaio 2010, per un totale di 18.954.909 euro, oltre Iva. Poi, rigettate le domande riconvenzionali spiegate dall’Ambito territoriale ottimale nei confronti della stessa curatela fallimentare della società attrice, così come la domanda in garanzia proposta dalla stessa nei confronti del Comune di Messina. Inoltre, Ato Me 3 spa condannata alla rifusione nei confronti dei curatori fallimentari di Messinambiente delle spese di lite, liquidate in 108.394 euro. per compensi e 1108 euro per spese vive, oltre accessori di legge. L’Ato ha già presentato appello contro il provvedimento della giudice monocratica Acacia.
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