Dall’assegnazione dei premi “ad personam” all'utilizzo di mezzi aziendali, con tanto di autista, a disposizione dei vertici. In particolare del presidente. In tempi in cui l’Amam sembra rubare la scena, anche in casa Atm non mancano le polemiche. Dentro e fuori i confini dell'azienda di via La Farina. La questione dei premi e di quello che alcuni sindacati avevano definito “cerchio magico” era stata affrontata in più commissioni consiliari e il Pd aveva chiesto tutti gli atti, trasmessi con qualche mese di ritardo. E da quelle carte, scrive il consigliere Alessandro Russo in una nota inviata ai vertici di Atm, «emerge come le premialità aziendali per i dipendenti siano di duplice natura, una oggetto di trattative sindacali e delle altre, mirate a valorizzare il particolare impegno di singoli dipendenti che si distinguano per meriti di lavoro». Ma il passaggio che «desta particolare stupore» è quello in cui il direttore generale di Atm, Claudio Iozzi, scrive testualmente che le «politiche retributive individuali» sono «valutazioni periodiche soggettive del comportamento di singoli lavoratori, solitamente preposti a particolati ruoli o a specifiche funzioni di interesse per l’azienda, alle quali correlare premialità» e l’erogazione del premio «viene correlata rispettivamente alla valutazione individuale della prestazione specificamente resa da quel lavoratore nel periodo di riferimento o, comunque, ad un risultato aziendale direttamente condizionato dalla prestazione del medesimo lavoratore». Ma secondo Russo «proprio per la natura individuale di una simile premialità, gli obiettivi e gli indicatori della performance devono essere individuati espressamente e con criteri di misurazione riscontrabili e non generici in tutte le fasi del ciclo della performance, dalla individuazione iniziale degli obiettivi fino alla valutazione finale dei risultati raggiunti». E invece la logica, anche temporale, sarebbe stata completamente ribaltata: il 31 maggio 2023 il Cda disponeva per sei dipendenti un premio di 10 mila euro lordi, liquidabile in dodici mensilità, «revocabile in caso di mancato raggiungimento degli obiettivi, da rinnovare alla scadenza con accordo scritto ogni anno». Nei giorni successivi i vertici aziendali, sottolinea Russo,« indirizzavano ai sei dipendenti interessati sei comunicazioni di assegnazione dei premi di 10 mila euro per obiettivi che, a quanto si può leggere, non erano ancora stati raggiunti», se non, in alcuni casi, parzialmente.