È stata un’altra udienza-fiume quella di ieri in corte d’assise per Claudio Costantino, accusato di aver ucciso con una pistola 9x21 mai ritrovata il 2 gennaio 2022, nei pressi di casa sua, in via Morabito, a Camaro San Luigi, due persone: il 31enne Giovanni Portogallo e dopo qualche giorno, in ospedale, anche il 35enne Giuseppe Cannavò, rimasto gravemente ferito. Già un anno fa, a dicembre del 2023, quando sembrava già scritto l’epilogo, la corte con una lunga ordinanza delineata sulla scia dall’art. 507 c.p.p. “riaprì” completamente lo scenario del duplice omicidio, e ordinò tra l’altro una nuova perizia balistica e una nuova consulenza medico-legale sulle vittime. Costantino, che è alla sbarra con l’accusa di duplice omicidio aggravato, ha sempre raccontato una sua versione dei fatti: "Cannavò e Portogallo si presentarono armati tutti e due e piombarono dentro casa mia, mi sono nascosto in uno sgabuzzino ed hanno cominciato a sparare". Proprio in apertura i difensori di Costantino, il prof. Carlo Taormina e l’avvocato Filippo Pagano, hanno richiesto la celebrazione del procedimento mediante il rito abbreviato. Si è trattata - hanno spiegato -, di una richiesta di natura “tecnica” in quanto giuridicamente non accoglibile, come in effetti è avvenuto. La richiesta ha trovato secondo i legali il suo fondamento nel fatto che, qualora a conclusione del processo dovesse essere ritenuta insussistente l’aggravante contestata di recente dall’accusa, la premeditazione, la corte dovrebbe operare, in caso di condanna, la riduzione di un terzo della pena. Ma è successo anche molto altro. È stato ammesso l’esame di un consulente tecnico della difesa, già peraltro nominato, su una nuova circostanza, e cioè sulla presenza delle due vittime, Portogallo e Cannavò, e del “terzo uomo” Mussillo, sui luoghi di via Eduardo Morabito, il giorno precedente la sparatoria, come testimonierebbero le immagini delle telecamere di videosorveglianza.