Il disastro ambientale della discarica di Mazzarrà S. Andrea, in contrada Zuppà, ha avvelenato per anni un intero comprensorio. E da ieri è l’argomento della maxi udienza preliminare che s’è aperta al tribunale di Messina davanti al gup Salvatore Pugliese. Un procedimento che vede coinvolti 22 imputati tra coloro che , amministratori pubblici e tecnici, si sono occupati in qualche modo della gestione della grande struttura di smaltimento, oggi definitivamente chiusa ma fonte di troppe problematiche complesse e soprattutto di grave inquinamento ambientale. E che in passato ha anche attirato gli interessi mafiosi dei Barcellonesi e dei Mazzarroti. E forse li attira ancora.
Il dato che balza all’occhio per la prima udienza, è quello delle tante richieste di costituzione di parte civile che sono state depositate tra enti pubblici, associazioni e singoli cittadini. A cominciare dall’Avvocatura dello Stato per i ministeri dell’Ambiente e della Salute, per passare poi al Comune di Mazzarrà Sant’Andrea, continuando con la Zero-Waste, il Wwf, Legambiente, il Codacons, e parecchi cittadini che abitano nelle vicinanze della vera e propria “bomba ecologica” che è il sito di contrada Zuppà. Sul piano tecnico l’udienza, per la Procura era presente la sostituta della Dda Francesca Bonanzinga, non è però entrata nel vivo, anche per alcuni difetti di notifica e l’impossibilità a presenziare di alcuni degli imputati. Dopo questa prima fase quindi il gup Pugliese ha aggiornato tutti al 13 dicembre prossimo, riservandosi ovviamente di valutare la congruità di tutte le richieste di costituzione di parte civile depositate.
L’inchiesta, a suo tempo gestita dalla sostituta della Dda di Messina Rosanna Casabona, che oggi e procuratore capo a Caltagirone, vedeva complessivamente 22 indagati: 21 tra i vertici della società TirrenoAmbiente Spa che l’ebbe in gestione ed oggi è fallita, amministratori pubblici regionali e locali, liquidatori della società e infine tecnici, e poi la stessa società come persona giuridica. Il ventaglio di ipotesi di reato contestate è ampio, e abbraccia un arco temporale molto vasto, praticamente dalla realizzazione del grande sito di smaltimento dei rifiuti fino ai nostri giorni, l’ultimo sopralluogo del consulente tecnico è infatti del 6 luglio 2023. Vengono contestati in concreto i reati di gestione illecita di rifiuti, avvelenamento di acque, inquinamento ambientale e disastro ambientale. Tra i 21 imputati ci sono tutte le figure pubbliche e private che in qualche modo hanno avuto a che fare con la discarica di contrada Zuppà, nei diversi ruoli che hanno ricoperto nel corso del tempo: Sonia Alfano, Giuseppe Antonioli, Pierluigi Biffo, Maurizio Bonasera, Roberto Campagna, Francesco Cannone, Salvatore Cocina, Maurizio Costa, Antonio Crisafulli, Francesco Cucinotta, Antonia De Domenico, Calogero Foti, Sebastiano Giambò, Dario Grussu, Giuseppino Innocenti, Francesco Lo Cascio, Carmelo Navarra, Carmelo Pietrafitta, Carmelo Pirrotta, Alfio Raineri e Roberto Ravidà.
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