Il giudice monocratico Noemi Genovese, al termine di un lungo processo scaturito da una intricata e oscura vicenda giudiziaria – il cui racconto ha segnato la fase delle indagini e quella processuale – ha assolto le due persone ingiustamente imputate, da tutti i reati loro ascritti. Infatti l’assoluzione delle due persone che hanno sopportato per anni il peso di accuse loro mosse, Valerio M. 32 anni, e Massimiliano I. 64 anni, risultati innocenti, è stata decisa al termine di un processo di oltre 4 anni, con la formula più ampia, “perché il fatto contestato non sussiste”.
Al primo imputato, difeso dagli avvocati Tommaso Calderone e Carmelo Monforte, si contestavano il reato di estorsione, un indebito utilizzo di strumenti di pagamento, e infine il reato di lesioni. Al secondo imputato, difeso da Maria Rosaria Cusumano si contestava il solo reato di estorsione. Diversa era stata la valutazione del Pm d’udienza, Francesco Cannavò, che aveva chiesto le condanne a 3 anni e 10 mesi per Valerio M. e 3 anni e 6 mesi per Massimiliano I. Un terzo imputato che in precedenza aveva scelto il rito abbreviato, difeso dall’avv. Tino Celi, era stato già assolto con la stessa formula in quanto il racconto fatto dalla persona offesa sarebbe risultato già allora non attendibile. Infatti, il processo che ha portato alle altre due assoluzioni, è stato caratterizzato da accuse che sarebbero state inventate dal principale accusatore.
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