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Messina, gli abusi sessuali su una 37enne in una stanza a Cristo Re: accusato un sacerdote rogazionista di 49 anni

La Procura ne aveva chiesto l’arresto in carcere. Soprattutto per la possibilità di reiterazione del reato. Lui è adesso agli arresti domiciliari a Napoli, così come ha deciso la gip Monia De Francesco. In questi ultimi mesi era infatti responsabile di una comunità alloggio per minori e di una casa famiglia a Napoli, dove evidentemente è stato trasferito nei mesi scorsi da Messina. Sarà sentito per rogatoria. È assistito dagli avvocati Lucio Cricrì ed Elena Florio.
Dovrà difendersi da una pesante accusa il 49enne sacerdote rogazionista Claudio Marino, originario di Torino, che per lungo tempo in città ha diretto l’Istituto antoniano “Cristo Re” dei padri rogazionisti.
È lì, in una di quelle stanze dell’Istituto, che secondo quanto ha ricostruito la Procura nell’estate del 2022 ha violentato una migrante tunisina, all’epoca 37enne.
Si tratta di un’inchiesta gestita dalla pm Stefania La Rosa e dal procuratore aggiunto Marco Colamonici, che è sfociata nei giorni scorsi nella richiesta d’arresto del sacerdote.
La donna era arrivata in Italia, sbarcando nell’isola di Lampedusa, nel settembre del 2020. Nel mese di giugno del 2024 è stata sentita dal Tribunale di Catania, dalla Sezione Immigrazione, e lì in fase di audizione ha raccontato quanto le era accaduto quando si trovava a Messina nell’estate del 2022.
Da giugno è scattata quindi l’indagine della Procura diretta da Antonio D’Amato, che ha ricostruito attraverso l’ascolto della vittima e poi di alcuni testimoni l’intera vicenda.
La donna tunisina ha quindi circostanziato meglio le dichiarazioni rese a Catania. E ha raccontato agli investigatori del commissariato di polizia di Gioia Tauro che nell’estate del 2022 si trovava all’Istituto Cristo Re di Messina ospite di un amico egiziano, e una sera, quando era in una delle stanze, padre Marino è entrato nella stanza e ha cominciato a toccarla, ed ha abusato sessualmente una prima volta di lei. Avrebbe voluto consumare un altro rapporto ma la donna, pietrificata dalla paura per tutto il tempo della violenza, è riuscita poi a chiamare l’amico egiziano, facendo così allontanare il prete.
In quella fase la donna non sapeva chi fosse il sacerdote, ma ha spiegato che se gli fosse stato mostrato in foto sarebbe riuscita a riconoscerlo perfettamente, (“quello che ricordo di lui è che aveva pochi capelli, alto, con la pancia, l’ho visto altre volte nel centro perché lui lavora lì, l’uomo del fatto potrebbe avere circa 50 anni”). Per la Procura quell’uomo è padre Marino.

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