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A che punto è l’operazione Pinqua a Messina: il progetto chiave del risanamento

Quasi 700 alloggi, tra nuove costruzioni e appartamenti da acquisire sul mercato, per imprimere un’ulteriore svolta al risanamento. È questo, in estrema sintesi, il risultato atteso dall’operazione Pinqua, acronimo che sta per Programma innovativo nazionale per la qualità dell’abitare. Un’operazione che sta per entrare nel vivo e per la quale il Comune, nel 2021, ha ottenuto finanziamenti per poco più di 140 milioni di euro. Ieri il vicesindaco Salvatore Mondello, che tra le altre ha anche la delega al risanamento («una di quelle più pesanti», ha confessato), ha fatto il punto in sesta commissione, a palazzo Zanca.
«Il Pinqua è un macro progetto che raccoglie più linee d’intervento – ha esordito – e che ha ottenuto un finanziamento maggiore di quello riconosciuto dallo Stato alla struttura commissariale. Questo la dice lunga sulla sua importanza. È un progetto che non ha fondi “dovuti”, ma ci ha visti vincere una procedura di gara, tant’è che siamo stati chiamati a raccontare questa esperienza al Politecnico di Milano». Due i rami principali: il progetto pilota, che include i lotti di Bisconte, Rione Taormina e Fondo Fucile, con soggetto proponente la Città metropolitana e soggetto attuatore il Comune, per circa 99 milioni; e tre progetti da oltre 14 milioni l’uno, in cui il Comune è sia soggetto proponente che attuatore e i cui tre lotti sono Camaro Sottomontagna, Annunziata e via Cuore di Gesù, a Giostra.
«In corso d’opera – ha sottolineato Mondello – il ministero ha maldestramente ricondotto questo iter alle regole del Pnrr, comprimendo i tempi». Ma le procedure stanno andando avanti speditamente. «I progetti sono tutti in fase esecutiva – ha assicurato il vicesindaco – , gestiti prima dal prefetto e poi dalla struttura commissariale, e sono tutti appalti integrati. Una componente chiave prevede l’acquisto di immobili sul mercato, l’attività più importante perché consente di poter ricollocare sul territorio i soggetti che lasciano la baracca, senza creare ghetti».

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