Messina

Giovedì 03 Ottobre 2024

La droga in carcere a Barcellona fra "pacchi di pasta" e "fila per mangiare". Messina centro di approvvigionamento

Carcere di Barcellona Pozzo di Gotto

"Tre pacchi di pasta rimangono, uno di pennette e due di linguine". È la richiesta di Luigi Crescenti alla fidanzata Maria Rizzo, captata dalle intercettazioni avviate il 15 dicembre 2022. Un linguaggio cifrato che poi si scoprirà essere riferito a partite di stupefacenti. I due gruppi smantellati dalla polizia trafficavano anche cocaina e crack, in modo da accontentare anche i palati più esigenti dei territori di Milazzo e Barcellona. L’approvvigionamento attecchiva a Messina, proprio principalmente per queste due droghe pesanti, e organizzavano il trasporto e le cessioni sia ai consumatori finali che ai piccoli spacciatori. Ed erano tanti, infatti sempre i due indagati fanno riferimento a una lunga “fila” di persone che aspettano per mangiare («tutti di pomeriggio vengono a mangiare... perché qualcuno ha fatto l’ingordo e se li è mangiati tutti... ho la fila qua... già tutti prenotati sono»). Proprio Crescenti è ritenuto dagli investigatori a capo di un’associazione dedita allo smercio della “roba” ritirata a Messina e piazzata nell’hinterland di Milazzo e San Filippo del Mela. Una sua fornitrice era Simona Costa, anche tramite la compagna Rizzo. Molto attivi i sodali Salvatore Nania, Francesco Perroni e Francesca Alacqua, che si occupavano delle cessioni di droga. Tutti i componenti del gruppo si interfacciavano col capo Crescenti, da cui ricevevano istruzioni o autorizzazioni relative ogni aspetto attinente al narcotraffico, compresi i prezzi da applicare o le modalità di trasporto della merce. Secondo quanto emerso dalle indagini della polizia, coordinate dalla Procura di Barcellona, Rizzo in molti casi provvedeva in prima persona alla consegne di droga: non a caso, fu arrestata il 16 gennaio 2023 in flagranza di reato mentre trasportava un “carico” da Barcellona all’abitazione di Crescenti. L’altro sodalizio, invece, era guidato da Francesco Esposito, ritenuto coordinatore di tutte le attività, negoziatore dell’acquisto di droga coi fornitori e detentore di altri ruoli fondamentali, nonostante la detenzione in carcere. Il suo braccio destro? La compagna Simona Costa, punto di riferimento assoluto all’esterno della casa circondariale di Barcellona. Partecipi pure il “ corriere” Tommaso Costantino, Maria Gnazzitto, i figli di Esposito Naomi e Francesco Pio (indagati a piede libero e considerati fornitori). Le esigenze cautelari alla base dell’ordinanza firmata dal gip Salvatore Pugliese fanno leva su una serie di fattori: elevata professionalità criminale dei due sodalizi, ampia rete di contatti, grande capacità di reinserimento malgrado alcuni arresti, spaccio al dettaglio e all’ingrosso, recidività, continuità delle attività, abilità nell’adattarsi alle risposte delle forze dell’ordine.

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