Messina

Giovedì 03 Ottobre 2024

Giornate Fai d'Autunno: a Messina visite alla Gazzetta del Sud, al Faro di Capo Peloro e alla Stazione di Giardini-Taormina

Sabato 12 e domenica 13 ottobre 2024 tornano per la tredicesima edizione le Giornate FAI d’Autunno, uno dei più importanti e amati eventi di piazza dedicati al patrimonio culturale e paesaggistico del nostro Paese, organizzato dal FAI. Da nord a sud della Penisola 700 luoghi straordinari, poco conosciuti e valorizzati oppure insoliti e curiosi, alcuni dei quali solitamente inaccessibili, apriranno al pubblico in 360 città (elenco dei luoghi aperti e modalità di partecipazione dal 3 ottobre). Ad ogni visita si potrà sostenere la missione del FAI con una donazione. Il programma dell’edizione 2024, una vastissima, variegata e curiosa mappa che illustra e racconta l’Italia, attraverso beni e paesaggi preziosi, tutti da scoprire, è stato presentato oggi all’American Academy in Rome, uno dei luoghi che saranno aperti durante le Giornate FAI d’Autunno in un itinerario alla scoperta del Gianicolo, che comprende anche il giardino della Fontana dell’Acqua Paola: un monumento molto noto, di cui, tuttavia, in questa occasione si scoprirà l’altro lato, quello meno conosciuto, il giardino sul retro, con un portico che si apre in un sorprendente panorama su tutta Roma. Una scelta simbolica, che riflette appieno l’approccio del FAI, sempre alla ricerca di luoghi e storie originali, o anche solo di punti di vista nuovi e diversi da cui guardare al patrimonio dell’Italia riscoprendone la meraviglia. A Messina saranno tre i luoghi da visitare: il Faro di Capo Peloro, la Sala d'Attesa della Stazione di Taormina Giardini e la Gazzetta del Sud.

La Gazzetta del Sud

Nel 1952 da un'idea coraggiosa di Uberto Bonino,ligure trapiantato in Sicilia,membro dell'Assemblea costituente e divenuto lungimirante imprenditore,nasce a Messina la GAZZETTA DEL SUD: da più di 70 anni il quotidiano biregionale offre una informazione dettagliata di cronaca e attualità,specchio delle comunità locali,testimone attivo, critico e creativo,unendo siciliani e calabresi e parlando al Paese, in un polo culturale e produttivo innovativo e sostenibile.Il 13 aprile 1952,Pasqua, comincia la storia del giornale dello Stretto, in un'Italia alle prese con una grave diseguaglianza Nord-Sud. Bonino intercetta la vitalità di un territorio, quello siculo-calabro, che chiede disperatamente opportunità di sviluppo ma soprattutto una "voce" che renda chiare e forti le esigenze e le speranze. La "Gazzetta" si presenta alla città: il primo numero, stampato nello stabilimento di via XXIV Maggio, ha 8 pagine, costa 25 lire e tira 10.000 copie che vanno a ruba. Una scommessa vincente rafforzata dal trasferimento, il 15 settembre '68, nel nuovo stabilimento della Zona Industriale, costruito in soli 20 mesi. Si passa dalla lavorazione "a caldo" a quella "a freddo": la Gazzetta del Sud è uno dei primi giornali a introdurre le innovazioni tecnologiche. Nel 2018 con l'acquisto della seconda rotativa si amplierà la possibilità di stampare moderni formati. É un momento particolarmente importante, quello in cui nella famiglia Ses entra anche il Giornale di Sicilia, fondato nel 1860,uno dei più antichi d'Italia: un passo compiuto sotto la guida dell'amato presidente Giovanni Morgante, cui subentrò con l'unanimità dei soci il figlio Lino, già amministratore delegato e oggi presidente e direttore editoriale di Ses e presidente della Fondazione Bonino-Pulejo, intitolata al fondatore e alla moglie Maria Sofia, ente no profit azionista di riferimento della Ses -una delle pochissime aziende editoriali "etiche" guidate da fondazioni- cui imprime la sua mission di ente votato al sostegno sociale del territorio e in particolare dei suoi giovani. Dallo storico direttore Nino Calarco, alla guida del giornale per 44 anni, il timone del giornale è passato a Alessandro Notarstefano. Il polo produttivo,con uso di pannelli solari, attenzione alle risorse idriche e al corretto smaltimento dei materiali e un curato giardino con verde e una fontana ornamentale, ospita la sede della Fondazione, l'auditorium sede di tanti eventi aperti al territorio e le redazioni dei media (giornale, sito web, tv Rtp e radio Antenna dello Stretto)che, assieme ai media del gruppo palermitano Giornale di Sicilia, rendono Ses il network leader del Mezzogiorno d'Italia. COSA SCOPRIRETE DURANTE LE GIORNATE FAI? La Ses è oggi un solido punto di riferimento culturale per il territorio, che mette insieme passato e futuro tra informazione e formazione, grazie ai suoi media e alla sua GDS Academy, attraverso cui collabora con istituzioni, scuole e università per trasmettere ai giovani i valori dell'inclusione e della legalità, promuovendo l'informazione di qualità e l'uso consapevole della tecnologia. In occasione delle Giornate FAI d'Autunno si potrà visitare l'intero polo produttivo di Messina: si potranno conoscere le redazioni dei diversi media, scoprire come nasce una notizia web o i servizi del tg e seguire la realizzazione del quotidiano, una magia contemporanea fra tradizione e innovazione, impegno e professionalità, nell'intero ciclo produttivo, dall'attività giornalistica alla distribuzione delle copie. Il centro stampa Ses è il più importante del meridione, con le due rotative, la tradizionale KBA e quella di ultima generazione a nove torri News Gossprint, in cui vengono stampate oltre alle 4 edizioni della Gazzetta ed alle 2 del Giornale di Sicilia, altre 9 testate nazionali: in tutto oltre 100.000 copie al giorno. Il polo produttivo di Società Editrice Sud a Messina potrà essere visitato senza bisogno di prenotazione nelle giornate di sabato 12 e domenica 13 dalle 9:30 alle 13:30 e dalle 14:30.alle 18:30, ad accogliere il pubblico saranno i giovani apprendisti ciceroni delle scuole di Messina. Venerdì 11 dalle ore 9:30 alle 13:00 una preview riservata esclusivamente agli istituti scolastici che ne faranno richiesta all'indirizzo messina@delegazionefai.fondoambiente.it. Sabato a partire dalle 22 la visita serale dello stabilimento riservata esclusivamente ai soci FAI.

La Stazione di Taormina-Giardini

La Stazione di Taormina-Giardini, situata lungo la linea ferroviaria Messina-Catania, è stata inaugurata il 12 dicembre 1866, divenendo un'importante connessione tra il nord e il sud della Sicilia. Serve le città di Taormina e Giardini Naxos, due delle principali mete turistiche della regione, e si trova in una posizione strategica, incastonata tra il mare e il monte Tauro, con lo sfondo spettacolare dell'Etna. Dal punto di vista architettonico, la stazione è celebre per il suo stile liberty e neogotico, con elementi ornamentali e decorazioni che richiamano l'architettura tipica della Sicilia. La struttura presenta mosaici, fregi e colonne in pietra lavica dell'Etna, che conferiscono un aspetto unico e raffinato, rendendola una delle stazioni ferroviarie più belle d'Italia. Negli anni successivi all'inaugurazione, la stazione ha visto un continuo incremento di traffico, grazie soprattutto alla crescente popolarità di Taormina come destinazione turistica internazionale. A partire dalla fine del XIX secolo, la città è diventata una meta frequentata da aristocratici, artisti e letterati, come Oscar Wilde, Richard Wagner e Johann Wolfgang von Goethe, il cui interesse per la Sicilia ha contribuito a far conoscere al mondo la bellezza di questa parte dell'isola. La Stazione di Taormina-Giardini non è solo una semplice stazione ferroviaria, ma un simbolo del connubio tra storia, arte e paesaggio. Con la sua lunga storia e il suo ruolo fondamentale nello sviluppo del turismo nella zona, continua a essere un punto di riferimento per chiunque visiti la Sicilia orientale, un luogo dove passato e presente si incontrano in uno scenario incantevole. COSA SCOPRIRETE DURANTE LE GIORNATE FAI? La Sala d'Attesa della Stazione di Taormina Giardini rientra nel progetto di recupero denominato "Sale storiche - I gioielli della Fondazione FS nelle stazioni ferroviarie". Le Sale storiche sono oggi custodite, restaurate e valorizzate dalla Fondazione FS Italiane con l'obiettivo di realizzare un grande museo diffuso al servizio della cittadi¬nanza e del turismo nazionale. Suddivise in Sale reali e presidenziali e Sale d'attesa, le Sale storiche della Fondazione FS, da Torino Porta Nuova fino a Messina, conservano affreschi, sculture, manufatti e arredi originali che hanno segnato diverse epoche e stili del viaggiare. Un patrimonio di tutti i cittadini che merita di essere scoperto.

Il faro di Capo Peloro

Il Faro di Capo Peloro, è posto sulla punta estrema nord orientale della Sicilia, in una lingua di terra bassa e sabbiosa, nel punto più vicino tra Sicilia e Calabria. Si erge maestoso sulla costa nel punto d'ingresso nord dello Stretto e svolge un ruolo cruciale sulla sicurezza marittima di una delle zone più trafficate e strategiche del Mediterraneo, testimone silenzioso di storie e leggende. La forma ad imbuto dello Stretto e i vortici creati dalle correnti hanno dato vita al mito che ha alimentato il fascino e il mistero di questo luogo: i mostri marini di Scilla e Cariddi. Il celebre Tommaso Fazello nel 1558 scrive: "Sopra questo promontorio a' nostri tempi è fabbricata una fortezza, fatta per guardia delle bocche, e per far lume a' marinari". Non sappiamo se sia il più antico sorto in Sicilia, ma è stato sin dall'antichità il più celebre, già Svetonio attesta che il Faro di Messina ha dato nome allo stretto di mare tra Sicilia e Calabria. Messina è la "città del Faro" per i cronisti del XIII secolo e "farii" sono detti i messinesi. Quando i Borbone divennero Re delle Due Sicilie, continuarono ad adoperarsi le locuzioni "Reali dominii al di là e al di qua del Faro" per indicare rispettivamente il Regno di Sicilia e il Regno di Napoli. La realizzazione fu parte di un più ampio progetto di miglioramento delle infrastrutture marittime del Regno. Il Faro di Capo Peloro venne alla luce nel 1857 come segnalamento marittimo durante il Regno delle Due Sicilie. Fu gravemente danneggiato dal terremoto di Messina del 1908. La torre, fortemente lesionata, fu resa inagibile e successivamente demolita per essere ricostruita dalla Regia Marina nel 1935 con criteri antisismici. L'attuale struttura si presenta come una torre ottagonale dipinta a fasce orizzontali bianche e nere, che si eleva da un fabbricato, a due piani a 37 metri dal livello del mare. Questa scelta non è solo estetica ma anche funzionale, poiché la forma ottagonale offre maggiore stabilità e resistenza ai venti forti rispetto a una struttura circolare o quadrata. In cima alla torre si trova la lanterna, visibile da molto lontano, illumina tutto lo Stretto col suo potente fascio di luce che si avvista già a 22 miglia nautiche di distanza. Ha un ruolo importantissimo in questo stretto braccio di mare che è un passaggio obbligato per molte rotte commerciali e militari. La torre insiste su un fabbricato che si compone di un piano terreno e un piano superiore con quattro alloggi. Il fabbricato è circondato da un terreno di circa 1500mq. parte adibito a giardino e parte coltivabile. COSA SCOPRIRETE DURANTE LE GIORNATE FAI? L'apertura darà l'opportunità di scoprire un luogo solitamente inaccessibile, tra storia, arte e natura, Questa monumentale costruzione rappresenta non solo un punto di riferimento fondamentale per la navigazione ma anche un simbolo storico e culturale di grande importanza. La storia del Faro dello Stretto di Messina è strettamente legata alla necessità di garantire la sicurezza dei numerosi naviganti che solcano queste acque. Lo Stretto di Messina, con le sue forti correnti e i vortici, è stato per secoli un punto critico per la navigazione. Infatti il faro nacque per aiutare le navi a districarsi attraverso le insidiose acque dello stretto. La sua costruzione rappresentò un'importante opera di ingegneria dell'epoca e un segno di progresso tecnologico, oggi infatti è una meta turistica di grande interesse. La zona circostante, ricca di bellezze naturali e di storia, attira visitatori da tutto il mondo. L'area è perfetta per passeggiate panoramiche, immersioni subacquee e osservazioni della fauna marina. Considerata l'importanza della struttura, patrimonio storico e culturale della regione, sono stati avviati programmi di conservazione per preservare questa preziosa struttura.

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