Messina

Lunedì 25 Novembre 2024

Messina, Nemo Sud: revocato il sequestro agli ex dirigenti del Policlinico

«... non risulta che il loro patrimonio si sia accresciuto per effetto dei reati di peculato a loro rispettivamente ascritti, ovvero che da questi ultimi gli stessi abbiano tratto direttamente profitto». È questo il passaggio-chiave della revoca del sequestro preventivo deciso per gli indagati da parte della Procura, ennesimo atto dell’inchiesta sui rapporti tra il centro clinico Nemo Sud e il Policlinico di Messina. Una convenzione secondo la Procura “fuorilegge” e nonostante tutto perpetuata dal 2012 fino al 2021. Nell’atto, firmato dal sostituto della Dda Piero Vinci e controfirmato dalla procuratrice aggiunta Rosa Raffa, in pratica ci sono le novità sul tema “sequestro preventivo” decise dalla Cassazione di recente, in questo caso dalle sezioni unite del 26 settembre, che hanno risolto alcune controversie che erano sorte tra le varie sezioni penali. Sequestro revocato quindi da parte della Procura per una serie di manager sanitari che si sono succeduti nella cabina di comando del Policlinico durante i rapporti con il centro clinico Nemo Sud, a cui viene contestato il peculato. Si tratta di Giuseppe La Ganga Senzio, Giuseppe Pecoraro, Michele Vullo, Paolina Reitano, Marco Restuccia e Giovanna Volo, attuale assessora regionale siciliana alla Salute, e anche di Mario Giovanni Melazzini e Alberto Fontana, ex presidenti della Fondazione Aurora onlus, che gestiva il centro clinico Nemo Sud a Messina. In questo caso specifico la questione era stata sollevata da alcuni difensori, gli avvocati Nino Favazzo e Carmelo Peluso per La Ganga Senzio, Girolamo Rubino e Marcello Montalbano per Pecoraro. Proprio quest’ultimo sequestro per Pecoraro - spiegano dalla Procura nell’atto di revoca -, era stato confermato dai giudici del Riesame il 30 luglio scorso, ma «... si evince come il collegio avesse aderito ad uno dei confliggenti orientamenti della giurisprudenza di legittimità sviluppatisi in ordine alla possibilità di disporre la confisca per equivalente, e quindi il sequestro ad essa preordinato, anche nel confronti dei concorrenti del reato il cui patrimonio non si fosse accresciuto per effetto del reato medesimo...».

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