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Messina, nessun accordo elettorale con il boss Sparacio: assolto Lino Summa

Fu coinvolto nell’inchiesta Provinciale come candidato alle elezioni comunali del giugno 2018

Erano congetture. E interpretazioni poco rispondenti alla realtà dei dialoghi intercettati durante l’indagine. Non ci fu in sostanza alcun accordo elettorale. E le intercettazioni, in ultima analisi, non erano utilizzabili per un “cambio in corsa” dell’accusa iniziale, trasferimento fraudolento di valori, poi modificata con profili per il reato mafioso.
È probabilmente per questi motivi - sono i cardini delle argomentazioni difensive -, che i giudici della sezione penale della corte d’appello ieri mattina hanno assolto dall’accusa di corruzione elettorale (l’originaria era di scambio elettorale politico-mafioso, che è stata derubricata in secondo grado), Natalino “Lino” Summa, finito nei guai nel 2021 per l’operazione antimafia “Provinciale”.
All’epoca Summa fu coinvolto, come candidato poi non eletto alle amministrative del giugno 2018 nella lista “Antonio Saitta Sindaco”. E con lui venne indagato pure il padre, l’ex consigliere provinciale Nino Summa. Entrambi finirono agli arresti domiciliari, e Summa padre morì proprio mentre stava scontando la misura cautelare.

L’ipotesi d’accusa iniziale era secondo la Distrettuale antimafia che avevano stretto un accordo con il boss Salvatore Sparacio dietro il compenso di diecimila euro. L’accordo raggiunto, sempre secondo l’accusa iniziale, ora completamente “caduta”, aveva portato a Summa 350 voti che però non erano stati stati sufficienti a farlo eleggere, ma solo perché la sua lista non ottenne il quorum. In totale Summa era stato il più votato della sua lista con 868 voti.
Ieri il collegio presieduto dal giudice Francesco Tripodi e composto dai colleghi Bruno Sagone e Antonino Giacobello ha completamente ribaltato la sentenza di primo grado, che aveva visto il tribunale condannarlo con il rito ordinario a 4 anni e 3 mesi di reclusione per l’accusa originaria. La formula assolutoria decisa è “perché il fatto non sussiste”. E pure l’accusa, in aula c’era il sostituto procuratore generale Giuseppe Lombardo, ieri mattina aveva chiesto l’assoluzione per Summa.
All’epoca le indagini si incentrarono su alcune riprese e intercettazioni nella sala giochi di via Del Santo “Asd Biliardi Sud” e i risultati ottenuti da Summa: centosettantasei voti nella zona Camaro-Bisconte-Fondo Pugliatti, sottoposta al controllo di Sparacio, cinquantasette voti a Mangialupi, controllata da Giuseppe Aspri, e centoventuno voti nel quartiere di Maregrosso-Provinciale, controllata da Giovanni Lo Duca.

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