L'ennesima vergogna dell'Acr Messina con le giovanili. Quando il silenzio sarebbe la soluzione migliore
Non bastavano l'umiliazione inflitta a sette ragazzini (ed è la seconda volta in poche settimane!) e l'ennesima vergognosa pagina che inevitabilmente coinvolge il nome della città. L'Acr Messina, in tutte le sue componenti, in serata è riuscita a fare peggio. Impresa non facile. E così invece di chiedere scusa alla città sportiva e non solo - ma prima ancora ai propri giovani calciatori - ha deciso di chiudere la domenica con una nota in cui prova a scaricare la colpa di quanto accaduto prima su 5 ragazzini e poi su fantomatici "nemici". Il silenzio sarebbe stato di gran lunga meglio, per non scadere nel ridicolo. Cosa a cui purtroppo questa società ci sta abituando. Ma veniamo ai fatti. Ieri l'ennesima giornata nera per il Messina e per il suo vivaio. I giovani dell’Under 15 sono costretti a presentarsi appena con 7 elementi nel derby casalingo col Trapani. Al “Gaetano Scirea” di Santa Lucia del Mela, la partita farsa dura pochi secondi, il tempo per i granata di andare a segno e per i giallorossi di restare in 6. Subito dopo il triplice fischio dell’arbitro. La seconda volta in tre turni di campionato. Una vergogna per Messina, un'umiliazione per quei ragazzi a cui viene chiesto di dar vita a una pantomima che con lo sport non ha nulla a che vedere. Qualche ora dopo arriva la presa di posizione del Garante del diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza del Comune di Messina, Giovanni Amante che a tutela dei giovani giocatori del Messina scrive al presidente Sciotto, inviando la nota anche al sindaco Basile, al presidente del Consiglio comunale e ai consiglieri. «Non avrei mai pensato di dover scrivere una lettera per una situazione del genere e lungi da me entrare in terreni che non mi appartengono – scrive Amante –, ma quando ci sono ragazzi, non posso fare finta di nulla e mi corre l’obbligo di intervenire». Invita il presidente Sciotto affinché «i nostri giovani, legati alla gloriosa maglia dell’Acr Messina, siano tenuti in grande considerazione dalla sua società e che gli sia data l’attenzione che meritano. In campo si scende per giocare e gareggiare ad armi pari e il risultato deve essere, ovviamente, la risultante dell’impegno dei ragazzi. Però, trovarsi a competere in una situazione di netta inferiorità numerica non è il giusto modo di fare sport. Io sono un sostenitore dello sport e di tutte le Associazioni sportive che ogni giorno si impegnano per dare ai ragazzi opportunità di aggregazione e di crescita nella pratica sportiva. Spero che quanto accaduto in questi due episodi, sia solo un brutto ricordo. Mi aspetto dalla Società che dirige che ci sia la massima attenzione nei confronti dei nostri ragazzi, ci aiuti nel compito bellissimo di essere educatori e sostenitori dei nostri ragazzi». Un invito non raccolto dalla società che invece di cospargersi il capo di cenere per quanto accaduto tra disorganizzazione e pressappochismo decide di partorire una nota a firma del responsabile del settore giovanile, Piero Russo: “Purtroppo, la circostanza che cinque nostri giovani calciatori provenienti da fuori provincia, avessero dimenticato di portare con sé i documenti di identità e l’inattesa assenza di due nostri ragazzi per via dell’influenza, ci ha indotto a schierare i giocatori a nostra disposizione contro il Trapani" scrive Russo. In sintesi la colpa non è di nessuno se non di cinque ragazzini "smemorati" e dell'influenza... "Il clamore mediatico, alimentato attraverso i social, di questa situazione - continua Russo - duole in primo luogo a noi che ci prendiamo cura di questi ragazzi e certamente non fa bene agli stessi giovani calciatori. Stiamo tuttavia lavorando per migliorare l’organico dell’Under 15, come abbiamo fatto per le altre squadre impegnate nei campionati nazionali. Spiace che si evidenzino le nostre manchevolezze, non imputabili in alcun modo al presidente Sciotto, mentre passano in secondo piano le buone prestazioni della Primavera o dell’Under 17, oggi sconfitta ma con tanti rimpianti". Quindi la risibile chiosa finale. "L’inaspettato intervento del Garante dell’infanzia di Messina, tirato evidentemente per la giacchetta da chi avrebbe il dovere di rispettare la “Carta di Treviso” e non usare i bambini per notizie sensazionalistiche, (che non lo sono), ci addolora, perché mortifica i nostri principi di pieno rispetto dei valori dello sport giovanile. Non permettiamo a nessuno di mortificare i nostri ragazzi né il nostro presidente. Le difficoltà legate all’assenza di campi di allenamento a Messina ci ha creato innumerevoli difficoltà che stiamo cercando di superare”. Quindi il Garante avrebbe dato vita a un intervento inaspettato? Inaspettato per chi e perché? Non sono forse stati umiliati dei minori per la seconda volta? E da chi sarebbe stato tirato dalla giacchetta? Peraltro affermazione offensiva nei confronti di una figura come quella del Garante che non ha certo bisogno di suggeritori. Parla la sua storia. I principi di pieno rispetto dei valori dello sport giovanile non vengono mortificati da interventi del Garante o da cronisti che fanno il loro mestiere ma da società che si comportano come il Messina. Che utilizzano i giovani senza una seria programmazione.