Un progetto pilota di «vera rigenerazione urbana». Così il sub-commissario Marcello Scurria definisce l’idea alla quale il suo Ufficio sta lavorando da mesi e che, a suo avviso, potrebbe segnare uno di quei punti cruciali di svolta nella lunga storia del Risanamento a Messina. «È la più grande delle sfide che abbiamo affrontato finora, il più ambizioso progetto di rigenerazione urbana in Italia, dopo quello avviato a Milano. Vogliamo creare un modello nuovo di città, ridando centralità a quella porzion di territorio compresa tra Camaro e Bisconte, dove insistono circa trecento casette ultrapopolari e dove sorge una vecchia area militare ormai dismessa da anni. In questo caso, non ci saranno operazioni di sbaraccamento, ma il recupero e la riqualificazione dell’esistente, coinvolgendo gli stessi abitanti e dando un’anima a questo borgo che potrebbe essere il primo modello di urbanistica “green” realizzato a Messina. Abbiamo già effettuato un sopralluogo con i responsabili dell’Agenzia del Demanio, che è titolare delle aree militari dove sorgono una dozzina di fabbricati che venivano utilizzati ai tempi del Distretto militare per le visite dei leva dei giovani provenienti da tutta la Sicilia Orientale. A inizio ottobre ci rivedremo con i vertici dell’Agenzia per definire un protocollo d’intesa e questo progetto, che in linea di massima abbiamo già presentato nello scorso mese di maggio a Siracusa, verrà illustrato nel dettaglio a Roma, per le giornate conclusive del Festival della Rigenerazione urbana».
L’Ufficio commissariale ha stanziato 1 milione di euro per la progettazione: «Immaginiamo una sinergia non solo con il Demanio ma anche con il Comune di Messina». Proprio a Siracusa, durante l’evento “Città in Scena” promosso dall’Ance insieme con l’associazione “Mecenate90”, il “Cidac” e la Fondazione “Musica per Roma”, Scurria aveva lanciato quest’idea, con lo slogan “Periferie... in centro”, parlando di un radicale cambiamento di paradigma nelle vicende del Risanamento. «La chiave di tutto è la rigenerazione urbana per Messina e noi possiamo esportare il nostro modello. Abbiamo ottanta baraccopoli, molte delle quali sono già state demolite, tantissime altre che si devono demolire. Noi a Messina possiamo sperimentare la rigenerazione urbana a cielo aperto, siamo un caso unico nel mondo occidentale». Il piano complessivo si concentra su un’area di intervento di 650.000 mq, con 1.650 famiglie coinvolte. Ma il progetto pilota è quello che riguarda le due sponde del torrente tra Bisconte e Camaro.
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