C’è anche la Procura regionale della Corte dei conti che ormai da un paio di anni si sta interessando alle intricatissime vicende della Fondazione Lucifero di Milazzo.
Una Ipab che possiede alcuni dei terreni e dei palazzi più belli della Sicilia, soprattutto lungo il meraviglioso promontorio proprio di Milazzo, al Capo, per una valore stimato in circa trenta milioni di euro, eppure versa da anni in una gravissima crisi economico-finanziaria.
Potrebbe essere un luogo letteralmente magico di grande progettualità e dinamismo, anche innovativo a livello internazionale, invece è impantanato da anni.
Forse ha anche accentrato alcuni interessi criminali-mafiosi in questi anni, come testimoniano tra l’altro alcuni attentati e avvertimenti che si sono susseguiti nel tempo. Qualcuno a Milazzo forse vuole fare “affari” con la Fondazione.
Nelle ultime settimane abbiamo pubblicato due atti ufficiali, la richiesta di archiviazione della Procura di Barcellona e la relazione conclusiva del commissario ispettivo regionale Francesco Riela. Che incotrovertibilmente parlano di «incapacità di gestione» e «grave inerzia dell’organo di governo, con riferimento all’ultimo periodo.
E se da un lato la recente inchiesta della Procura di Barcellona, che ipotizzava il riciclaggio, è stata archiviata dal gip, adesso c’è da dire che da tempo si sono accesi i fari della Procura contabile siciliana su tutto quanto è successo nell’ultimo periodo.
Tra rendiconti non approvati, “cancellazione” di una massa debitoria notevole con un colpo di penna e perfino rischi concreti di perdita di ingenti finanziamenti, per esempio uno è regionale e di circa due milioni di euro per il rinnovamento energetico, per pura inerzia amministrativa.
Che la Procura regionale della Corte dei conti si sia occupata e si occupi della Fondazione Lucifero è evidente da un atto riservato che nel gennaio del 2022 il sostituto procuratore generale Salvatore Ganci, dopo aver acquisito una denuncia «pervenuta a questa Procura regionale in data 10 gennaio 2022», ha inviato alla segretaria responsabile dell’Ipab, la dott. Lucia Lombardo, chiedendo lumi: una relazione dettagliata e documentata volta ad evidenziare eventuali profili di responsabilità amministrativo-contabile, con precipuo riferimento ad ogni eventuale iniziativa assunta al fine di riscuotere i crediti maturati dalla Fondazione, nonché ad un aggiornamento sull’attuale composizione del consiglio di amministrazione.
E la dott. Lombardo da quel momento ha sempre puntualmente aggiornato la situazione per la magistratura contabile. C’è un atto riservato molto recente, datato 8 marzo 2024, indirizzato al sostituto procuratore generale Salvatore Ganci, che costituisce anche un gravissimo e dettagliato grido d’allarme per la Fondazione Lucifero.
Ecco alcuni passaggi di questa nota, con cui la dott. Lombardo parla molto chiaro. La funzionaria scrive tra l’altro che «... emerge, in maniera incontrovertibile, l’aggravarsi della situazione economica dell’Ipab (già ampiamente rappresentata in tutta la pregressa copiosa corrispondenza), con il conseguente prodursi di sempre maggiori danni patrimoniali ed erariali a carico della Fondazione».
Da alcuni estratti verbali di cassa, datati 31 dicembre 2023 e 24 gennaio 2024, si evince infatti che «... l’organo di revisione contabile, a conclusione delle verifiche effettuate, ha rilevato le gravi inadempienze che, a tutt’oggi, permangono sia relativamente agli strumenti finanziari (rendiconto 2022 annullato dall’assessorato regionale... e mancata adozione da parte del CdA delle misure correttive imposte, bilanci di previsione 2023 e 2024 non ancora approvati) e sia relativamente alle liquidità finanziarie giacché “non risulta attuato i lrecupero delle morosità e dei crediti vantati, a vario titolo, nonché la messa a reddito degli immobili non locati”».
Quindi - scrive ancora la dott. Lombardo -, «... ne consegue che “l’immobilismo dell’organo di governo dell’Ente sta compromettendo i già precari equilibri economici-finanziari della Fondazione, portando concretamente alla paralisi gestionale ed al tracollo finanziario».
La segretaria prosegue la sua analisi per la Corte dei conti: «È di chiara evidenza come il mancato recupero delle morosità nei confronti degli locatari e/o affittuari inadempienti e la mancata messa a reddito dei cespiti infruttiferi ancora nella disponibilità dell’Ipab (pari ad oltre il 50% del patrimonio immobiliare) abbia procurato, e continui a procurare, un ingente danno all’Ente, impossibilitato a far fronte agli impegni assunti nei confronti dei terzi (erario, avvocati, tecnici, attuatori dell'attività socio-educativa-didattica, personale Ente, etc.) per mancanza di risorse nella casse ed onerato, peraltro, del pagamento di sanzioni ed interessi».
E di contro evidenzia come «... la messa a reddito degli immobili disponibili (area serre, terreno in c.da Fondaco Pagliara, Palazzo Via Marina Garibaldi, edifici di c.da Faraone, compendio Cirucco, terreni in c.da Rotolo), riveste una fondamentale importanza ed assume carattere prioritario per l'Ipab, obbligato ad utilizzare i proventi derivanti dalla gestione dei propri cespiti per assicurare i servizi statutariamente previsti».
Ed ancora afferma che «... l’attivazione di ogni iniziativa per il recupero delle morosità assume il carattere di massima urgenza, posto che il Responsabile di gestione non ha poteri sia per agire in sede legale, sia per potere disporre della liquidità finanziaria occorrente per il funzionamento dei servizi e sia per evitare che, nel frattempo, i creditori si rendano insolventi e l’Ente ne subisca i conseguenti danni, come, peraltro, è già avvenuto per altre ditte fallite (Coop. Agricoltecnica a r.l., Paradiso srl. e Baia s.r.l.) o cui crediti sono stati riconosciuti di dubbia esigibilità (Soc. Patti Massimo & C.sas, Cirucco s.r.l.), con una perdita di canoni ammontanti a circa euro 800.000, somma questa che, se incassata, avrebbe consentito, tra l’altro, di assolvere al pagamento dei debiti assunti, pari a circa euro 750.000. A tal fine - prosegue la dott. Lombardo -, non si appalesa ultroneo evidenziare che gli uffici hanno financo predisposto e trasmesso al Presidente del CdA una serie di “proposte tecniche” per il conferimento degli opportuni incarichi legali nei confronti dei soggetti inadempienti, a tutela degli interessi dell'Ente... a tutt’oggi rimaste prive di riscontro alcuno.
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