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Comune di Messina e Rfi a braccetto verso il mare: rigenerazione di un’area nascosta del waterfront

Questa volta da riparare ci sarà la grande cesura fra la città e il suo mare. Il protocollo d’intesa che sarà sottoscritto dal Comune e da Rfi punta alla rigenerazione delle Officine grandi riparazioni. Una riconversione, si è capito a valle dell’incontro avvenuto in settimana nella sede della Stretto di Messina, che potrà avvenire a prescindere dall’esito della decisione sulla realizzazione del Ponte.
Uno spazio di 5 ettari che confina con la via Franza, appendice del nevralgico asse “Don Blasco” e con il mare. Ospita per lo più aree al coperto, appunto le officine, dove venivano ricoverate le vetture e i locomotori da riparare. Dal 2020 quelle officine hanno chiuso i battenti e il protocollo concordato a Roma e messo in agenda per i prossimi mesi “sarà volto alla riqualificazione urbana” perchè “non più funzionale all’esercizio ferroviario”.
Ma cosa potrebbe sorgere al posto delle Ogr di Gazzi? e con quali finanziamenti? E chi se ne dovrebbe fare carico? Il Comune? Tutte domande che, per ora, hanno risposte di massima, certo non puntuali ma che danno almeno la direzione dell’intervento.
«Vorremmo che Rfi possa restituire alla città quelle aree – dice il sindaco Federico Basile – ma che non le lasci. Nel senso che potremmo fare a braccetto quest’opera di trasformazione urbanistica che potrebbe essere il primo passo per una più ampia revisione dell’utilizzo di zone fra la Falce e Gazzi. Mi piacerebbe che si lavorasse insieme a questo progetto che, come detto, prescinde dal Ponte». Una sinergia già vista in altre città dove attorno a stazioni, officine e binari sono state realizzate opere architettoniche e commerciali di pregio e moderno.

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