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Milazzo, la relazione sulla fondazione Lucifero: «Grave inerzia dell’organo di governo»

Ecco l’atto definitivo che il funzionario ha inviato il 25 luglio di quest’anno all’assessora regionale alla Famiglia Nuccia Albano

«Grave inerzia dell’organo di governo». «Incapacità di questo Cda di porre in essere un’efficace attività di indirizzo e di governo dell’ente».
Sono molto nette le affermazioni del commissario ispettivo Francesco Riela, che a conclusione del suo mandato alla Fondazione Lucifero di Milazzo il 25 luglio di quest’anno ha scritto nero su bianco una lunga relazione inviata all’assessora regionale alla Famiglia Nuccia Albano, ed ha poi inviato una nota integrativa il 29 luglio.

La Albano lo aveva mandato in missione per capirci qualcosa in una vicenda intricatissima, anche dopo l’esposto inviato dai membri del Cda Scicolone, Puglisi e Schirò, i “sopravvissuti” dopo anni di feroci polemiche, dimissioni e revoche. Nell’esposto i tre parlavano tra l’altro di «anomalo ed ingombrante rapporto di collaborazione con l’Associazione Il Giglio che oggi occupa abusivamente terreni e fabbricati».
E in sostanza, il dott. Riela, dopo aver esaminato una marea di carte, conclude che in quell’esposto «le dedotte illegittimità nella gestione del progetto» Il Giglio, «non appaiono sussistenti». E dice poi: «... la cessazione delle attività intraprese determinerebbe un gravissimo pregiudizio per la Fondazione che, ex abrupto, vedrebbe cessare le finalità stesse per le quali è stata istituita». E afferma ancora che «... l’analisi sin qui condotta non indica la sussistenza di elementi di irregolarità nelle procedure poste in essere che vedono coinvolta l’associazione Il Giglio».
Ma ecco cosa scrive sul quadro generale ancora il commissario ispettivo nella sua lunga relazione sulla gestione della Fondazione Lucifero di Milazzo, un ente benefico che possiede beni patrimoniali per oltre 30 milioni di euro e però soffre ormai da tempo di una costante criticità finanziaria. Soprattutto nelle ultime due pagine dell’atto, quando rassegna una serie di considerazioni all’assessora regionale Albano.
«A corredo dell’azione ispettiva portata a compimento - scrive il dott. Riela -, si condividono le seguenti considerazioni da apprezzare liberamente e che intendono solo offrire spunti di riflessione in ordine alle eventuali determinazioni di competenza dell’On.le Assessore. Nel corso degli accessi presso la struttura si è avuto modo di percepire un alto grado di conflittualità anche inerente i rapporti interpersonali tra i consiglieri dimissionari e le figure del Segretario responsabile di gestione dr.ssa Lucia Lombardo e della Responsabile di Ragioniera Dr.ssa Codraro Erminia Maria Tindara. Tale conflittualità è risultata evidente in più occasioni durante le sedute del C.d.A. caratterizzata dall’uso di toni e modi poco cortesi da parte dai tre componenti nei confronti della segretaria e della ragioniera. Ma al di là di queste note di colore, ciò che è apparso più evidente è la incapacità di questo C.d.A. di porre in essere un’efficace attività di indirizzo e di governo dell’ente».
Continua il commissario: «Infatti, prendendo spunto dalla intervenuta bocciatura del documento finanziario (rendiconto 2022) i suddetti componenti del C.d.A. (Scicolone-Puglisi-Schirò), piuttosto che risolvere le criticità che avevano condotto alla mancata approvazione del documento da parte dell’organo di vigilanza, e superare i vizi in precedenza rilevati nei pareri espressi sia dall’organo tecnico che dal revisore dei conti, si intestardivano nel sostenere la correttezza del loro operato senza tuttavia preoccuparsi di coltivare e porre in essere l’unica azione che avrebbe loro consentito, attraverso una verifica giudiziale, di accertare se ci avessero visto giusto.

Nessuna gravame veniva proposta avverso il decreto di bocciatura del rendiconto 2022 e ciò nonostante i suddetti (in particolare il consigliere Puglisi e il Presidente Scicolone) abbiano continuato a sostenere applicabile la normativa del d.lgs 118/2011 di cui è pacificamente acclarata l’inapplicabilità alla contabilità delle Ipab. Non risultando essi in grado di valutare con esattezza quale normativa fosse applicabile nonostante le irregolarità compiute fossero state evidenziate nei pareri resi dagli organi di gestione dell’ente e dal revisore dei conti, tale circostanza, unitamente alla mancata adozione di ogni e qualsivoglia rimedio impugnatorio dell’atto asseritamente ritenuto illegittimo quale appunto il decreto con cui era stato bocciato il rendiconto 2022 da parte del Dipartimento Regionale, indica la sussistenza di un deficit professionale che rende evidente l’inadeguatezza dei soggetti in questione a realizzare una corretta ed efficace azione amministrativa per conto dell’ente».

«Come pure - prosegue il dott. Riela -, tale inadeguatezza si è manifestata con l’inerzia dimostrata in conseguenza della mancata proposizione degli atti finalizzati al recupero coattivo degli ingenti crediti vantati nei confronti degli affittuari morosi e ciò nonostante gli uffici avessero in plurime occasioni formulato e trasmesso le proposte tecniche in tal senso. Il mancato recupero dei crediti cui si aggiunge la mancata messa a reddito dei cespiti della Fondazione sono frutto dell’incapacità gestionale di questi soggetti, pertanto, conclusivamente si può affermare che questo C.d.A. non è stato in grado di comprendere il ruolo suo proprio, conseguentemente di comprendere e di rispettare le volontà della testatrice adeguando la propria azione di governo alle prescrizioni statutarie, sempre labialmente asseritamente perseguite, e più volte disattese, mancando in definitiva di individuare le priorità dell’ente. A tale considerazione si associa la constatazione che, nel corso della presidenza Scicolone, a fronte delle numerose convocazioni indette siano stati esitati soltanto un esiguo numero di atti deliberativi da parte del C.d.A.. In generale l’attività di questo C.d.A. appare caratterizzata da una sorta di incompetenza funzionale se riferita alle tematiche di pertinenza dell’ente e soprattutto in relazione ai procedimenti in essere molti dei quali riguardano la migliore implementazione dei servizi e la manutenzione ordinaria e straordinaria degli immobili, che non appaiono essere stati oggetto di discussione e deliberazione da parte dell’organo di governo della Fondazione sotto la guida Scicolone. L’azione di questo organo di amministrazione dell’ente - conclude sul punto il dott. Riela -, si è caratterizzata per incapacità professionale atteso che le priorità dell’ente, prima fra tutte quella legata al recupero delle risorse, non sono state adeguatamente attenzionate».

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