Lelio Bonaccorso, fumettista e illustratore messinese di fama internazionale, è impegnato da qualche anno in una originale operazione culturale: fondare una mitologia della reminiscenza attraverso l’arte del fumetto.
In “Vento di libertà” ha raccontato la storia di Dina e Clarenza, insieme a Nadia Terranova firmato un graphic novel sugli anno del Caravaggio a Messina e adesso spalanca una “Finestra sulla storia" (questo il titolo dell’opera inaugurata ieri al Liceo Bisazza) della città in riva allo Stretto. E lo fa con un grande pannello illustrato (12x4,20 m) che ricopre interamente una parete dell’Aula Magna. Una sorta di lungo murales in cui si svolge un racconto simultaneo delle epoche storiche in cui Messina fu "gloriosa".
Una meta-finestra, perché all'interno dell’opera ci si affaccia su un'altra finestra, una trifora che si apre sulle leggendarie figure femminili di Dina e Clarenza legate allo storico assedio di Messina da parte di Carlo d'Angiò durante il Vespro siciliano; al centro sul paesaggio della zona falcata, citazione di quello di Antonello da Messina alla base della Crocefissione di Sibiu; e su illustri personalità di passaggio a Messina nei secoli, come Dumas, Cervantes o Don Giovanni d’Austria.
C’è poi lo stesso Antonello come spiato nel momento in cui ha dipinto l’ “Annunciata” di Palermo con la sua modella dal vivo o la Palazzata, scenografica e colossale quinta offerta al visitatore che proveniva dal mare e oggi a noi contemporanei orfani di tanta grandiosità. In una città in cui persino la memoria storica è rimasta sepolta per larga parte insieme a uomini, opere d’arte e beni sotto le macerie del devastante sisma del 1908, Lelio sta recuperando e riannodando dei tasselli attraverso un medium in grado di arrivare diretto ai giovani, prima di quanto possa fare la parola scritta o orale. E in questa operazione ha incontrato la sensibilità di una dirigente scolastica, Giovanna Messina, nel confronto con la quale è cresciuto questo inedito progetto culturale. Se c’è un’arte dell’oblio che da Temistocle a Umberto Eco aiuta a dimenticare ciò che dolorosamente non si vuole ricordare, poche cose aiutano a esorcizzare la complessità dell’oblio come l’arte. “Nona arte”, come l’ha definita il critico francese Claude Baylie, il fumetto nella declinazione di Bonaccorso è in grado di rendere consapevoli i cittadini, in questo caso studenti, sollecitandone il senso critico e l’impegno nella società. E come lo fa? Lo fa traducendo un problema (l’identità dimenticata) in immagini, che spesso arrivano prima delle parole di denuncia; finendo col ritrovare le coordinate storiche di ciò che oggi è ancora visibile.
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