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Trasporto disabili a Messina, la vergogna del solito “non servizio” che arranca IL COMMENTO

Le ragazze e i ragazzi più deboli soffrono due volte quando qualcosa va storto, nel loro mondo creduto a parte i disagi si amplificano a dismisura nell’equilibrio già precario della vita. “Sai, oggi devi restare a casa, non vai a scuola”. E alla domanda “perché” accennata verso lo sguardo attonito di una madre e di un padre disperati, non c’è in questi giorni una risposta plausibile da spendere. I numeri del primo giorno, per loro, le ragazze e i ragazzi, diciamocelo chiaro, raccontano di un autentico vergognoso disastro, come testimoniano gli articoli di questa pagina. Ed è ancora la stessa storia di mense e trasporti disabili che si attivano sempre, ma sempre, ma sempre, parecchio tempo dopo che è iniziata la scuola.
Perché, perché deve sempre essere una programmazione a scoppio ritardato quella che riguarda i servizi collaterali ai banchi, perché non viene tutto progettato qualche tempo prima che tutto cominci, così da farsi trovare pronti. Non ci vuole poi molto per ragionare a giugno e luglio per farsi trovare pronti a settembre.
Le ripercussioni della mancata partecipazione al lavoro quotidiano con gli insegnanti e i compagni hanno effetti devastanti per chi soffre di problemi specifici, aumenta a dismisura quella sensazione di isolamento, straniamento, sofferenza, che già si sopporta a fatica nelle ore della vita.
In un luogo civile, ma siamo nel mondo dei sogni, questi servizi per le cosiddette categorie protette dovrebbero essere fruibili da tutti e assolutamente gratis, senza fare le pulci ai redditi Isee. E non vale a nulla ragionare sui soliti furbetti che tentano di usufruirne pur non avendone diritto, la stragrande maggioranza ne ha bisogno veramente e non è nelle condizioni di provvedere per i fatti propri.
Per questo abbiamo l’impressione, confortata però dai numeri emersi nella prima mattina operativa già ritardataria, che l’attenzione dedicata a queste problematiche forse considerate a torto secondarie, sia veramente poca rispetto alla valenza che riveste per tante famiglie. Bisognerebbe forse dedicarci più attenzione, e non ridursi all’ultimo momento per risolvere problemi atavici. Ci sono ragazze e ragazzi che oggi, domani e dopodomani, aspettano tristi a casa di rivedere i loro compagni.

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